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  • Stramaccioni: 'La mia Inter, è ancora la favorita davanti a Napoli e Atalanta. Qatar 2022? Ecco che mondiale sarà'

    Stramaccioni: 'La mia Inter, è ancora la favorita davanti a Napoli e Atalanta. Qatar 2022? Ecco che mondiale sarà'

    Andrea Stramaccioni, ex allenatore dell’Inter oggi all’Al Gharafa, ha raccontato la sua esperienza in Qatar in un’intervista al Corriere dello Sport: “E’ stata un’esperienza iniziata con scetticismo perché era la mia prima volta fuori dall’Europa, ma aveva ragione il mio agente, Federico Pastorello, a spingermi ad accettare: mi sono trovato in una nazione che ha un campionato difficile e con la più alta media di spettatori a partita dell’Asia. I risultati straordinari ottenuti lì, mi hanno aperto questa opportunità. E’ una squadra storica di un quartiere importante di Doha, un club che ha un grande blasone e che, dopo i titoli vinti 10 anni fa, ha rifondato ripartendo dai giovani. Abbiamo l’età media più bassa del campionato, ma, nonostante ciò, in classifica siamo subito dietro le tre grandi. Partecipiamo alla Champions asiatica e la scorsa settimana abbiamo raggiunto la semifinale della Coppa Ooredoo”.

    L’ESPERIENZA IN IRAN – “Il mio legame con la tifoseria dell’Esteghlal è eccezionale. Direi un amore interrotto forzatamente. Spero un giorno di ritornare a finire quello che abbiamo iniziato insieme”.

    IL PRESIDENTE AL THANI – “Quando il PSG ha acquistato Messi, tutti si congratulavano con il “mio” presidente. Come se Leo fosse arrivato all’Al Gharafa... (sorride, ndr)”.

    L’OBIETTIVO STAGIONALE – “Creare il giusto mix tra giocatori locali e stranieri (5 per squadra: 3 “internazionali”, 1 asiatico e 1 arabo, ndr). Per la prima volta mi sono trovato a dover gestire una rosa che ha grandi differenze di valori e di abitudine al lavoro. E’ stato determinante cercare di costruire una mentalità e una serie di regole che sono state accettate e sono parte del nostro momentaneo successo. Abbiamo per esempio battuto 2-0 l’Al-Rayyan di Blanc: una grande soddisfazione”.

    CHE MONDIALE SARA’ - All’avanguardia. Ci sono stadi pazzeschi, grande attenzione per i tifosi e un incredibile livello di sicurezza. Se non è il Paese più sicuro al mondo, poco ci manca. Ogni costruzione e ogni sviluppo tecnologico adesso è in funzione del Mondiale. Parlo spesso con il mio presidente-sceicco, uno di quelli che ha sostenuto il Qatar nella corsa al Mondiale, e da lui ho percepito l’orgoglio di una nazione piena di energie e risorse che ha fortemente voluto ospitare una competizione storica scardinando così due capisaldi come il Mondiale che si svolge in inverno e in un’unica città. A Doha sono già arrivati emissari della nazionale tedesca, inglese e argentina per vedere le strutture, gli alberghi e i campi sportivi più idonei a loro. Il Qatar insomma è già al centro del panorama calcistico mondiale e spesso sono qua, il mio idolo di gioventù, Cafu, Beckham, Wenger, Infantino... Qui è un pieno di luci, colori, innovazioni e tecnologia. C’è per esempio la nuova metro, tre linee che collegano la città e tutti gli stadi. E’ stata costruita in modo che un tifoso nello stesso giorno riesca ad assistere a tre gare”.

    IL CALCIO IN QATAR - “In crescita e, nonostante il Paese sia piccolo, il Qatar è campione d’Asia. Difficilmente al Mondiale potrà competere con nazionali con una storia maggiore, ma gli investimenti fatti finora hanno portato dei risultati. I giocatori qatarioti non sono direttamente gestiti dai club, ma dalla federazione: se un calciatore è nel giro della nazionale, non tra i 20, ma i 60 selezionabili, ed esce malconcio da una partita con il suo club, viene curato e riatletizzato dalla federazione. Solo quando sta bene torna alla sua squadra”.

     L’ITALIA – “Ci andremo, perché siamo forti e qui la nostra Nazionale l’aspettano tutti. I campioni d’Europa non possono mancare: il marchio di fabbrica italiano è considerato di altissimo livello e sarebbe una perdita enorme per la Coppa del Mondo. Non voglio neppure pensarci”. 

    LO SCUDETTO DELL’INTER – “Per me è stata una grande felicità che ho condiviso con gli interisti a cui sono legato, da Zanetti, ad Ausilio passando per Ranocchia e Moratti. Per chi come me ha vissuto e sente forte dentro di sé l’interismo, lo scudetto dell’anno scorso vale tantissimo. Per me è la favorita. Ha preso il miglior allenatore possibile per dare continuità al lavoro di Conte e valorizzare una rosa costruita per giocare con questo sistema.

    LE PRETENDENTI – “Con tutto il rispetto per il Milan, mi hanno impressionano Napoli e Atalanta. Il Napoli sta pagando l’elevato numero di infortuni, ma è forte. L’Atalanta del mio maestro e amico Gasperini comincia a essere conosciuta come modello di gioco, una realtà portata avanti da un allenatore super e da una società solida”.

    IL FUTURO – “Qui. Ho un contratto di due anni e il nostro obiettivo è andare avanti più possibile in Champions oltre a cercare di disputare una finale di coppa. Nonostante stia girando molto, l’Italia rimane casa mia e un giorno, prima o poi, mi piacerebbe tornare a lavorarci, anche se non rinnego nulla di quello sto facendo: la mia concentrazione e le mie energie sono tutte per la grande sfida con Al Gharafa”.
     

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