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  • ​Tasse: ecco come sei Paesi europei, fra i quali l'Olanda, sottraggono all’Italia 6,5 miliardi di euro

    ​Tasse: ecco come sei Paesi europei, fra i quali l'Olanda, sottraggono all’Italia 6,5 miliardi di euro

    Su Corriere.it, una interessante inchiesta di Domenico Affinito e Milena Gabanelli sui 'paradisi fiscali' presenti in Europa. 

    Profit shifting, ovvero lo spostamento dei profitti per pagare meno tasse. Molti dei protagonisti di questa pratica, che passa attraverso una politica fiscale «aggressiva» con regimi di tassazione agevolati, sono in Europa. Lussemburgo, Irlanda, Olanda, Cipro, Belgio e Malta sono i sei campioni europei del paradiso fiscale. Quello che permettono tecnicamente è un’elusione fiscale, ma altro non è che un dumping fiscale contrario al principio di solidarietà tra i membri dell’Unione previsto dai trattati. Tutto dipende dalla direttiva madre-figlia, adottata per evitare che gli utili delle multinazionali potessero essere tassati due volte tra società madre e società figlia quando queste due appartengano a differenti Stati membri dell’Unione. Ma se io opero in Italia, mando gli utili in Olanda e l’Olanda non mi tassa, il gioco è fatto.

    Olanda, Cipro, Malta, Lussemburgo, Belgio e Irlanda garantiscono diversi vantaggi alle società che vi hanno sede. Alle multinazionali è permesso definire trattamenti fiscali ad hoc attraverso i tax ruling come quelli, finiti sotto indagine da parte della Commissione Europea, di Starbucks in Olanda, Fca e Amazon in Lussemburgo e Apple in Irlanda. Sono garantiti anche forti deduzioni e detrazioni che riducono la base imponibile e le tasse.

    Nel 2019 l’Italia avrebbe perso, secondo Zucman, quasi 24 miliardi di dollari di profitti (il 19% dei ricavi dalla tassazione delle multinazionali), 21 dei quali sarebbero andati a paesi Ue. In Belgio sono finiti 2 miliardi, 8 a Cipro, 5 in Irlanda, 9,6 in Lussemburgo, 0,7 a Malta e 3,4 in Olanda. Altri 3 sono finiti in paradisi fiscali extraeuropei, di cui 2,2 in Svizzera. Tutto questo si traduce in 6,6 miliardi di dollari di tasse in meno: quasi il 10% di quello che ci sono costati nel 2019 gli interessi sul debito pubblico.

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