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  • Ter Stegen: 'Messi in gran forma'. Il suo medico italiano: 'Non come Higuain...'

    Ter Stegen: 'Messi in gran forma'. Il suo medico italiano: 'Non come Higuain...'

    Meno 4. Martedì sera si gioca Juventus-Barcellona, gara valevole per l'andata dei quarti di finale in Champions League. Il portiere tedesco del club catalano, Marc-André ter Stegen ha dichiarato in un'intervista a Tuttosport: "Giocare qui, in uno delle migliori società del mondo, è l'obiettivo che ha ciascun giocatore ambizioso. Questo è un club differente dagli altri, è... più di un club. Grazie alle qualità dei giocatori in organico, ti permette di competere ogni anno per titoli e trofei eccezionali. Sono molto contento della decisione che ho preso tre anni fa. Sto molto bene qui: spero che avremo ancora tanto successo io e il Barça insieme, non penso proprio ad altre squadre". 

    DANI ALVES - "Non so esattamente perché abbia deciso di andare via. Però è stato bene qui a Barcellona, ha vinto tantissimo, ora gioca per una squadra che ha ugualmente qualità e penso che per lui sia una buona esperienza anche a livello umano oltre che professionale: ecco, sì, immagino che la sua decisione non sia motivata solo da riflessioni sportive quanto personali". 

    BUFFON - "E' una leggenda, non solamente in Italia, ma in tutto il Mondo. Sta giocando ancora in una età in cui normalmente non si riesce più a offrire certi livelli di rendimento, e invece lui... Sta dimostrando a tutti che è possibile farcela: offre grandi prestazioni. Per me è un idolo, lo è per tutti i portieri. Ed è una buona persona. A me è sempre piaciuto avere uno stile unico, ma ci sono cose come la mentalità e il carisma che ho apprezzato in particolar modo in Oliver Kahn. Neuer ha già il posto sicuro in nazionale perché ha giocato molto bene in passato. La maglia numero 1 è per lui, anche se ovviamente questo non significa che non debba continuare a dimostrare costantemente le sue qualità. Noi che siamo dietro di lui cercheremo di mettergli pressione". 

    PSG - "Non mi interessano le polemiche sull'arbitraggio. Chiunque abbia visto la partita sa che abbiamo fatto sei gol e questo non è successo per merito degli arbitri. E' una partita storica di cui dovremo 'godere' e ricordarci non soltanto in questa stagione, ma anche nei prossimi anni visto che abbiamo compiuto una impresa unica. L'andata è stata molto complicata per diversi motivi. Però, non vogliamo che si ripetano certe situazioni. E' una questione di mentalità. Ora abbiamo la possibilità, come la Juve, di proseguire in Champions e daremo tutto per riuscirci". 

    JUVE - "Non credo che andremo a prendere 4 gol all'andata. Non lo voglio. Già sappiamo cosa dobbiamo fare. Cominciamo a far bene con il Malaga dando continuità alla buona prestazione col Siviglia. Continuiamo a vincere per stare al top contro i bianconeri. Ciascuno ha la propria immaginazione, le proprie squadre favorite. Io invece dico che giocheremo contro una squadra molto forte, che ha qualità. Dovremo fare il nostro gioco come sempre, la nostra filosofia non deve cambiare. Non temo nessuno in particolare. Ciascuno dei bianconeri ha qualità, ma noi non abbiamo paura di nessuno. Siamo una squadra che ha la possibilità di vincere questa partita, pur complicata. La Juventus ha imparato molto dalla finale che abbiamo giocato insieme due anni fa a Berlino. Ora si prepareranno a fondo, hanno giocatori nuovi di livello: tutti sappiamo il curriculum che hanno...". 

    DYBALA - "Direttamente non l’ho ancora affrontato e, soprattutto, questi giudizi e decisioni non spettano a me... Però resta un dato di fatto: se non fosse un gran giocatore Dybala non starebbe nella Juventus". 

    KHEDIRA - "Lo conosco bene, sì: so esattamente che è in grado di fare la differenza, come tutti i titolari della Juve. Ho visto che ha da poco fatto un gol al Napoli. Ma noi siamo concentrati su di noi. Un messaggio per Sami? Vedremo, abbiamo parlato molto dopo il sorteggio. Abbiamo scherzato un po', sottolineandoci a vicenda che le rispettive squadre hanno tutte le carte in regola per passare il turno". 

    MESSI - "Sarà in forma: non ha giocato contro il Granada per squalifica, poi però lo avete visto col Siviglia, no? Contro la Juve sarà in condizioni perfette". 

    ALTRO CHE HIGUAIN... - Il dottor Giuliano Poser, specializzato in medicina dello sport, ha in cura proprio il campione argentino del Barcellona e racconta al Corriere della Sera: "Non lo so che rapporto si è creato perché nessuno dei due parla la lingua dell’altro. Ci intendiamo, ma è difficile capire il rapporto emozionale che c’è. Non so come sia successo che ho ottenuto la sua fiducia, ma è così. Io non sono né un mago, né uno stregone, né un guru: detesto queste etichette, mi piace essere considerato un medico specialista in medicina dello sport. Ho iniziato da medico di base, da oltre trent’anni seguo gli atleti: mi sono posto fin da subito l’obiettivo di cercare le cause dei problemi, di risalire un po’ più in là dei sintomi. Mettendoci le mani, senza smettere mai di imparare. Nella kinesiologia non esiste un protocollo unico, ma attraverso i test sul muscolo possiamo vedere l’effetto che ha un alimento o un integratore su di esso. Ci sono sempre risposte diverse per ogni singolo individuo. E questo ti spinge ad avere una totale apertura mentale, che nel calcio, ma anche nella medicina non è certo accettata senza remore. I top player non avrebbero bisogno di niente, se questa società per come è strutturata non li intossicasse. Ma i dettagli dopo i 25-26 anni, quando il corpo ha accumulato scorie e tossine, fanno la differenza. Ma non a tutti gli atleti questo causa problemi evidenti. Basti pensare a Higuain, che continuano a dire che è seguito da me, ma non è vero: lui è un fenomeno ed è contento così com’è, a costo di 'accontentarsi' del suo rendimento comunque elevato. Messi invece si è trovato di fronte a un bivio: 'se vuoi rimanere ai livelli da Pallone d’oro devi cambiare'. Gli è entrato qualcosa in testa, penso che abbia fatto una grande fatica a iniziare. Immagino che la prima volta abbia anche pianto lacrime amare. Perché non si tratta solo di cambiare alimentazione, ma di avere uno stile di vita completamente nuovo. Viviamo in un’era in cui gli alimenti hanno troppe contaminazioni e queste si riflettono a livello energetico sulla resistenza allo sforzo e il recupero dallo stesso. Non si diventa professionisti e tanto meno fenomeni come Messi perché si mangia in un certo modo, è ovvio. Però si può rimanere Messi per parecchio tempo. Diciamo che io faccio il tagliando a una macchina fantastica consigliando l’uso di cibi biologici, con varietà di cereali grezzi, tanta frutta e verdura di stagione, frutta secca non tostata, olio di oliva extravergine, uova e pesce fresco. L’importante è che gli alimenti siano lavorati il meno possibile. Certo non si può coltivare l’orto sul terrazzo di casa, ma ci si può organizzare per avere 16/17 pasti come si deve sui 21 settimanali: includo anche la colazione, che è fondamentale. Messi è stato intelligente, non voleva scendere dal suo livello: vuole essere ancora il numero 1 e non uno dei 10 migliori. È un ragazzo umilissimo, squisito. Ha un amore verso la famiglia e gli amici incredibile: se venisse qui con un amico e io avessi tempo solo per una visita, lui farebbe vedere l’amico. Purtroppo la sua timidezza a volte può essere scambiata per presunzione. È solo timidezza. A rischio di sembrare scontroso, ho dovuto mettere dei filtri alle richieste, per mesi il telefono non ha smesso di squillare e anche oggi ho respinto venti persone. Ma non ho cambiato i prezzi, non ci tengo a guadagnare di più a discapito della qualità del mio lavoro: la vecchietta che viene qui da 25 anni per me conta di più di chi coi soldi pensa di poter comprare tutto. Mantenere una dimensione umana è una scelta netta: uno deve tenere presente da dove viene e qual è la sua storia. Chi arriva qui non ha la certezza di guarire. Ma di essere visto in un certo modo, quello sì. Rebellin è venuto da me per tantissimi anni e non certo perché io uso sostanze proibite. Rimase celebre quella volta, ormai 20 anni fa, in cui lavorai con la manipolazione sulla prima vertebra cervicale e lui subito dopo vinse due classiche. Non mi vergogno certo di essere suo amico. Ho seguito tanti altri ciclisti. E posso dire comunque che la cultura farmaceutica nel calcio per me non esiste". 

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