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  • Thiago Motta:| 'Mondiale da non perdere'

    Thiago Motta:| 'Mondiale da non perdere'

    "Sono contento, felicissimo: è bello vedere che, nonostante sia rimasto così tanto lontano dal campo, come è successo a me, la gente non si dimentichi. È importante". Con il sorriso e con soddisfazione, Thiago Motta ha accolto le centinaia di messaggi inviati per lui dai tifosi. Curiosità e domande, cui il centrocampista brasiliano ha risposto in chat su Inter Channel, raccontandosi a tutto tondo. Il programma, con la versione integrale dell'intervista, andrà in onda questa sera alle ore 21: un appuntamento da non perdere, all'interno del quale Thiago Motta ha anche spiegato qual è la sua condizione attuale di forma. "Devo proseguire nel lavoro, perché ancora non sono al cento per cento. Voglio fortemente dare il mio contributo e Abu Dhabi è un momento importante per dimostrarlo. Il sostegno dei tifosi sicuramente mi dà fiducia e forza, anche quando sono in campo. Sono sicuro che ad Abu Dhabi daremo il cento per cento. Il Mondiale per Club è un trofeo importantissimo, che a un giocatore può magari capitare di giocare una sola volta nella vita. Quindi, è davvero un'occasione da non perdere, importantissima per noi, per il presidente Moratti e i nostri tifosi. Ma soprattutto per noi, che non siamo in un buon momento di gioco e di risultati. Se riusciamo a vincere questo trofeo può cambiare tutto".

    Stefano da Conegliano, fisioterapista, chiede a Thiago Motta che cosa abbia avuto al ginocchio e a quale tipo di intervento e terapie si sia quindi sottoposto.
    "Ho avuto un problema al menisco interno e sotto alla rotula, alla cartilagine. Un problema non serio, ma da risolvere il prima possibile, per far sì che non divenisse più grave. Mi sono quindi sottoposto a una pulizia. Mi ricordo che quando eravamo negli Stati Uniti un giorno sentii fastidio e poi il ginocchio si gonfiò, per più di un mese non mi passò, nonostante la fisioterapia, e allora con il professor Combi e il professor Benazzo decidemmo così, che sarei andato da un dottore negli Stati Uniti per risolvere questo problema".

    Alberto e Carmela di Catania fanno sapere che i tifosi interisti credono ancora nella possibilità di vincere il campionato.

    "Anch'io sono fiducioso. Abbiamo passato un momento brutto, difficile, però il campionato è lungo, mancano tante partite e io spero ancora alla fine dell'anno di poter vincere lo scudetto. Sono sicuro che abbiamo la squadra per farlo. Speriamo poi di avere un po' di fortuna, magari con i giocatori infortunati che tornano nel momento giusto, anche perché quando siamo al completo siamo una squadra fortissima".

    Erika da Firenze vorrebbe sapere quale sensazioni ha provato Thiago nel non poter giocare la finale di Champions League.
    "È stato difficile, per tante notti non sono neanche riuscito a dormire: non potevo crederci di non poter giocare, dopo essere arrivato alla finale di Champions, quello che per me era un sogno e un obiettivo, che mi ero posto arrivando in una grande squadra come l'Inter. Alla fine, però, sono stato contento lo stesso, perché avevamo vinto e io comunque facevo parte di quel gruppo. Ma adesso c'è un'altra finale altrettanto importante e io ci sarò. Non so se giocherò o meno, perché quello dipende dall'allenatore, però sono a disposizione e se gioco darò il cento per cento. Sono sicuro che tutti faremo molto bene. Ci teniamo tutti a questa Coppa".

    È vero che al Mondiale per Club i sudamericani tengono davvero tanto, forse più degli europei?

    "È vero, perché è il torneo più importante. Il campionato brasiliano, la Libertadores, sono difficili come competizioni ma non vengono guardati in tutto il mondo, mentre quando vai a giocare il Mondiale per Club sai di essere osservato davvero in tutto il mondo, diventa anche una vetrina per qualcuno che magari vuole arrivare a giocare in una grande squadra in Europa. Quindi un'eventuale finale sarà difficile, ma prima di tutto pensiamo alla semifinale, perché sia i coreani del Seongnam che l'Al Wahda, anche se li conosciamo meno, sono squadre forti".

    Paola e Gaia da Ferrara ricordano che un Mondiale l'Inter l'ha già vinto, quello di Inter Campus nel 2009, che ha dato gioia a tanti bambini. Ora tocca ai giocatori dell'Inter tirare fuori tutta la loro grinta.

    "Penso che sia giusto cercare di aiutare gli altri, quando si è stati un po' più fortunati. Per quanto riguarda la grinta, sicuramente non ci mancherà: siamo noi i primi a voler vincere questo Mondiale. Vogliamo ritrovare la gioia della vittoria, come lo scorso anno. La società ci ha rinnovato la fiducia, per un anno in più dopo lo scorso, e noi dobbiamo ripagarla".

    Filippo da Milano racconta quanto è stato bello vedere Thiago Motta andare a segno contro il Parma.
    "È stato bellissimo tornare a giocare e farlo con un gol, per un giocatore la gioia di fare un gol è un qualcosa di incredibile. Dà animo e fiducia, e la fiducia per i giocatori è importante, la gioia di essere in campo è importante. E poi il gol è davvero qualcosa che ti riempie di gioia".

    Giorgio da Milano chiede, da tifoso, di poter tornare a sognare grazie all'Inter ad Abu Dhabi.

    "Tornare a vincere è ancora più bello di vincere la prima volta e noi ce la metteremo tutta perché questo accada. Noi siamo i primi a voler continuare a sognare e a voler continuare a vincere. Non siamo in un momento bellissimo, ma siamo una grande squadra e abbiamo ancora la possibilità di vincere tutto, quindi ci proviamo, convinti che con il ritorno di tanti infortunati le cose saranno diverse. Per quanto riguarda Benitez, è un grande allenatore, e sono convinto che insieme regaleremo gioia ai nostri tifosi. Io sono convinto che il momento no è alle nostre spalle. Noi daremo il cento per cento e vedremo cosa succederà, nonostante veda ora qualche squadra che quasi sembra già campione d'Italia (sorride, ndr) o anche d'Europa. È normale, per carità, è l'entusiasmo, fa parte del calcio, ma io sono convinto che alla fine potremo regalare gioia ai nostri tifosi. I conti si fanno alla fine".

    Anita scrive che i tifosi sono e saranno sempre al fianco dei giocatori, a patto che siano disposti loro per primi a lottare per l'Inter. A cominciare da Abu Dhabi.

    "Sapere che la gente sta aspettando il Mondiale per Club e che è pronta a sostenerci è importante per noi, non ce lo dimentichiamo. Dà forza e fiducia sapere che la gente sta aspettando questa gioia, che anche noi vogliamo regalare. Io quando scendo in campo cerco di avere la testa libera, per giocare bene, perché con il bel gioco - senza fare paragoni ora con il Barcellona, che in questo momento è la squadra top - si può vincere meglio. Quando si gioca bene a pallone, tutto è più facile, e non si dà l'opportunità alle altre squadre di difendersi bene. Poi uno deve leggere le partite e credo che questa sia una delle mie caratteristiche, dando magari più o meno velocità al pallone. Se voglio fare l'allenatore da grande? Spero di sì, spero proprio di sì".

    C'è un giocatore che per Thiago Motta è stato un idolo?

    "Non solo uno. Per esempio Falcao, poi Cocu, Rivaldo. Comunque, ogni giorno che ho giocato ho sempre cercato di imparare qualcosa, perché impari dal campione ma anche dalla gente giovane che cresce e lavora con entusiasmo. Ogni giorno, se hai la mente aperte, puoi imparare qualcosa. Come ho detto, ho davvero imparato tanto da tante persone diverse. Se poi devo pensare a un allenatore che mi ha insegnato tantissimo, mi viene in mente Gasperini, un allenatore calcisticamente incredibile. Perché poi ho magari avuto degli allenatori che magari calcisticamente non erano i migliori però in grado di fare arrivare ad ogni partita anche al duecento per cento per una questione di testa. Mourinho era così, ma non solo lui, perché anche Rijkaard era uno così, che magari non era calcisticamente parlando uno dei migliori, però è stato nel complesso uno dei migliori allenatori che abbia mai avuto. Da Gasperini, comunque, ho imparato tantissimo, a livello mentale e a livello fisico, oltre che calcistico. Tante cose che mi hanno aiutato tanto per arrivare all'Inter".

    Simone da Polessa vuole sapere quanto Thiago Motta si sente veneto, essendo le sue origini proprio di Polesella in Veneto.

    "Da quando sono arrivato in Italia, mi sono trovato benissimo. A Polesella però non sono mai stato. Se posso promettere di andarci dopo aver vinto il Mondiale per Club? Va bene, promesso (sorride, ndr). Poi mi devo riscattare, visto che una finale di Mondiale per Club, contro l'Internacional di Porto Alegre, l'ho giocata ma non è andata bene. Col Barcellona siamo arrivati lì con Eto'o infortunato e anche Messi infortunato, due infortuni davvero importanti. Comunque giocammo bene ma in contropiede l'Internacional andò a segno e poi non smise più di correre e lottare, avevano in testa di vincere a tutti i costi e noi non ce l'abbiamo fatta. Spero che questa volta sia diverso. E ripeto, è importante sentire il calore della gente che ci sta vicino, perché in un momento così abbiamo bisogno della gente che ti dà la forza di andare avanti. Abbiamo un'opportunità importantissima ad Abu Dhabi e sono convinta che ce la faremo. Voglio tornare a Milano con il trofeo tra le braccia".
     


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