Calciomercato.com

  • Timossi: e se Balotelli fosse solo una pippa?

    Timossi: e se Balotelli fosse solo una pippa?

    Ha fatto lo scout, come Matteo Renzi. Ha abbassato la cresta, ora è liscia, impomatata, quasi fosse l’eroe di un vecchio film diretto da Pietro Germi. Eroi burberi, ma uomini perbene. E un giorno a Napoli, Mario Balotelli, sempre lui, volle visitare il quartiere di Scampia, le sue 'Vele', il degrado, lo spaccio. Poi un’altra volta, dalle parti di Manchester, Balo cercò di portare qualche parola di conforto ai detenuti della locale casa circondariale. Pazienza se entrò in auto nel piazzale del carcere, "il cancello era aperto" e comunque restano dettagli. Ha riconosciuto una figlia, malgrado non avesse più nessun rapporto con la madre. A un’altra donna ha promesso amore eterno, nell’estate di un anno fa, nell’inverno dello sciagurato mondiale brasiliano. Vabbè, del matrimonio non se n’è più fatto nulla, ma sono cose che succedono. Accarezza porcellini, Mario Balotelli. E lotta con Equitalia, come tanti altri italiani, che trovano incredibile pagare multe e altre rotture simili. Però le multe le prendeva anche uno stinco di santo come Pippo Inzaghi, almeno fino a quando il Milan non lo ha costretto a restituire l’auto aziendale. 

    Se rimettete in fila tutte queste cose, potete arrivare a una sola conclusione: Mario Balotelli è un gran bravo ragazzo. Per lui non servono tutor, psicologi o 'marescialli' pagati per pedinarlo. L’ultimo attaccante preso in affitto dalla coppia Berlusconi-Galliani è un pezzo di pane. Gli hanno appena chiesto: "Hai sempre avuto il Milan del cuore, sei tornato a casa?". Lui ha risposto: "Io vivo a Brescia". Chiaro? Balotelli è anche simpatico, ha il gusto della battuta. Peccato che sia una pippa. 

    L’equivoco parte da lontano. Non è una provocazione, ma una considerazione: opinabile, certo. Nell’ultima stagione non solo Mario ha fatto il bravo ragazzo, ha fatto di più: a Liverpool si è smaterializzato. Fuori dal campo, ma anche in campo. Soprattutto in campo. Già questo basterebbe per sostenere la tesi. Forse dire che è una pippa è (vagamente) provocatorio, ma certo Balotelli non è un campione. Chi ha visto in lui straordinarie potenzialità resta sempre a bocca asciutta. Sono previsioni che da almeno 8 anni non si avverano. A Liverpool, insistiamo, nessun colpo di testa fuori dal campo, un gol uno in Premier. Niente bravate, ma neppure un pizzico di considerazione calcistica. Non si tratta di pregiudizi, in Inghilterra hanno tolleranza da vendere per le teste matte. A una condizione: che con un pallone tra i piedi sappiano far sognare e ti facciano vincere. A Manchester, sull’altra sponda, quella dello United, amavano e ora adorano un tale George Best, semplicemente il migliore, mica un sacrestano qualunque. Un mix di sbronze, miss mondo, casinò e casini. Però Best vinse Coppa Campioni e Pallone d’Oro. Aveva 22 anni. 

    A Manchester, con la maglia del City, Balotelli ha segnato 20 reti e giocato 54 match, dal 2010 al 2013. Puf, via come polvere. Balotelli è un giocatore dalle straordinarie qualità fisiche, questo è certo: un metro e 89, per 88 chili di muscoli. Quando questo fisico è al top, quando un buon allenamento gli permette una condizione atletica devastante, allora Balotelli può fare la differenza. Spacca, la partita, mica gli spogliatoi. E’ successo all’Europeo del 2012. E’ accaduto nel suo primo passaggio al Milan, stagione 2013-2014, 43 gare e 26 gol, record mai più sfiorato. Anche Hans-Peter Briegel aveva un fisico eccezionale, vinse uno scudetto con il Verona di Bagnoli, un Europeo con la Germania Ovest e con la stessa nazionale raggiunse e perse due finali mondiali. Briegel aveva un fisico pazzesco, sapeva vincere, ma nessuno ha mai pensato che avesse le potenzialità del fuoriclasse. 

    Stefano De Grandis, collega di Sky che conosce davvero il gioco del calcio, mi ha appena informato che Balotelli è in assoluto il miglior attaccante italiano in circolazione. Aggiungendo che è difficile trovarne un secondo, capace di seguire il nostro a siderale distanza. Potrei credergli, di lui mi fido, ma ancora non ci riesco. Non mi fido invece delle parole di Carlo Tavecchio, che festeggiando il ritorno di Mario in Italia ha iniziato a pregare per una sua "redenzione". Per ora Papa Francesco ha preferito sorvolare sul caso, mentre il commissario (tecnico)  Antonio Conte ci ha tenuto a ricordare che le porte della Nazionale sono aperte anche per Balo. "Dipenderà dalle sue prestazioni e dai suoi comportamenti".  Lapalissiano? Certo, ma anche inutile, almeno in apparenza. Invece tutto queste parole, quelle di Tavecchio e Conte e Galliani e Raiola (potente agente del giocatore) e Berlusconi sono servite e servono per costruire il mito del Cattivo Balotelli. Dimenticando che è un bravo ragazzo di 25 anni, facente funzioni d’attaccante. Tutto qui, fino a prova contraria. 

    Giampiero Timossi

    Altre Notizie