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  • Torino, Cairo: 'Giampaolo maestro di calcio, con me deludenti 3 anni su 15. Sirigu resta, sulla contestazione...'

    Torino, Cairo: 'Giampaolo maestro di calcio, con me deludenti 3 anni su 15. Sirigu resta, sulla contestazione...'

    Il presidente del Torino Urbano Cairo presenta il nuovo tecnico Marco Giampaolo: "Giornata importante per noi. C'è il nostro nuovo allenatore Giampaolo che ho piacere di presentare. Ho già intravisto qualcuno che ha commentato che volevo prenderlo due o tre volte prima. Anni fa nel 2007 era l'obiettivo numero uno, poi non poté venire e ripiegammo su un altro. Di nuovo due anni fa, questa volta non c'è stato il due senza tre e siamo riusciti a ingaggiarlo. Il motivo è chiaro, è un allenatore con competenze, un maestro di calcio, che sa far giocare bene le squadre e sa sviluppare i giovani. E' stata una scelta facile, anche Vagnati è sempre stato molto convinto e ha sempre apprezzato il mister. Un allenatore che sa dare valore aggiunto alla squadra. Fortunatamente siamo riusciti a trovare un'intesa con il mister rapidamente, lui si è liberato dal Milan. Era una cosa da fare ad incastri e velocemente, avevamo poco tempo prima della ripartenza del campionato che può arrivare il 19 settembre. Ci tenevo a ringraziare Moreno Longo che ha fatto un finale di stagione molto positivo, la salvezza era l'obiettivo minimo da cogliere a inizio anno ma poi era diventato complicato. Lui si è impegnato molto, ha dato l'anima e gli ho sempre fatto grandi complimenti. Non ero soddisfatto dopo Ferrara e mi vergognavo, ma intanto avevamo colto l'obiettivo matematicamente".

    Cosa non ha funzionato quest'anno?
    "Volevo tenere tutti un anno fa, ma lungi da me paragonarmi al Grande Torino e a quei tempi. Ma questa non è stata una buona idea: siamo in un momento diverso, sono passati tanti anni e c'è una mobilità diversa. Bisogna cercare di andare incontro ai desideri dei calciatori, ad esempio Nkoulou aveva un'aspettativa di essere ceduto: arrivato da noi, io non trattai con lui e gli fu fatta una mezza promessa di fare un anno qui e poi essere ceduto. Avevamo fatto bene e io volevo tenere tutti con qualche innesto, anche Mazzarri voleva tenere tutti e questo mi ha fatto disattendere una mezza promessa fatta al suo agente. E questa non è stata una cosa buona, perché se si fanno promesse bisogna mantenerle. E' stato un errore mio voler tenere Nkoulou, e anche in Europa contro i Wolves era giusto fargli giocare il ritorno, non bisognava crocifiggerlo. Con il senno del poi, farei le cose in modo diverso. C'è anche chi lo conosceva e ha fatto leva su di lui per portarlo via. Così abbiamo fatto la partenza falsa, siamo partiti tra i malumori e i calciatori ci tenevano ad andare avanti in Europa. La nostra stagione è durata 13 mesi, è stata lunghissima. Ho anche deciso di promuovere dal settore giovanile Bava, ma quando il granellino di sabbia va nell'ingranaggio ci vuole qualcosa di diverso. Bava si è preso più colpe di quelle che aveva, tutto ciò ha fatto sì che ci fossero delle difficoltà. Abbiamo chiuso l'andata come l'anno prima, ma l'ambiente non era favorevole. E chi va in campo ed è contestato ha delle reazioni diverse, può diventare complicato. Da queste cose si possono avere degli insegnamenti, come avere la lucidità di accontentare i giocatori. Nkoulou si è comportato benissimo, Nana è il suo agente e anche lui si è comportato bene, ma purtroppo la cosa aveva generato degli umori non positivi. E così ho capito che bisogna tenere soltanto giocatori e dirigenti motivati. Ho ripensato al mio percorso di 15 anni, e quali sono le stagioni in cui sono veramente deluso? Sicuramente la retrocessione del 2009, poi il 2010 che non facemmo nemmeno i play-off, poi questa stagione perché avevamo altre aspettative. Ci sono tre stagioni negative su 15, poi tante altre belle cose. Come la prima promozione o il ciclo con Ventura, con tanto di Europa League e una sconfitta immeritata contro lo Zenit. Con Mihajlovic facemmo bene, poi anche l'anno dopo con l'esonero di Sinisa e l'arrivo di Mazzarri non è un risultato da buttare. Per questo non so se è giusto buttare via tutto: anche a me spiace per i tre anni deludenti, ma ce ne sono altre di buon livello. Nelle ultime due stagioni ho perso 12-13 milioni all'anno, e non è poco. Se per essere apprezzato devo tutti gli anni perdere 20-30 milioni, non me lo posso permettere. E non credo sia giusto farlo. Ma dobbiamo migliorarci dappertutto: parlando di strutture, io nel 2005 trovai soltanto macerie e non c'erano nemmeno i palloni o la squadra. Il nostro dg Comi, che conosce il Toro da 40 anni, mi dice che non ha mai avuto le strutture di oggi. Ora al Fila insieme al commendator Beretta faremo un investimento da 600mila euro per la sala relax e per la mensa. Io faccio investimenti sul Fila che non è del Toro, ma della Fondazione. E allora chiedo: perché non mi vendete il Fila e posso fare le migliorie? Come il Robaldo, lo abbiamo vinto quattro anni fa e io pensavo che potesse essere già pronto. In tre anni e mezzo avremmo fatto due Robaldo, non sarebbe stata una cosa piccola. Io sono qui da 15 anni, ho sempre onorato tutti gli impegni: nella classifica decennale, siamo noni nel ranking Uefa tra le squadre italiane. Sul fatturato, Juve, Milan, Inter, Napoli, Lazio, Roma, Fiorentina hanno molti più tifosi, e conta molto nella ripartizione dei diritti televisivi. Mi dicono: "Non stiamo vincendo niente..." ma hanno sempre vinto le stesse squadre, il campionato come la coppa Italia. Chi è che ha vinto? E poi mi chiedono di vendere il Toro: non so se i tifosi avessero apprezzato che io vendessi a Ciuccariello, o a Proto o a Tesoro. Sicuramente lascerò il Toro, non ci starò a vita, ma lo voglio fare a una persona più brava e non lo metto in mano al primo che capita o parla ai giornali per stanarmi. Ma cosa vuole stanarmi?".

    Che voto si dà ai suoi 15 anni?
    "7, se fossi Cochi e Renato direi 7+. E lo dico perché se in 15 anni ci sono tre stagioni negative, alcune molto buone e alcune positive. Ma io penso che 7 non sia un buon voto, ambirei a qualcosa di più. E ribadisco che qui ho trovato solo macerie, oltre al fatto che in pochi anni si erano alternati cinque presidente".

    Come si trova un punto di equilibrio con i tifosi e per assestarsi al sesto posto?
    "Stiamo ricominciando, vogliamo aprire un nuovo ciclo e oggi è molto importante avere pazienza e seguirlo nel suo tipo di calcio, oltre ad accontentarlo sul mercato. Mi ricordo che, quando arrivai al Toro, la gente sperava di restare nella parte sinistra della classifica. E non è una cosa di cui vantarsi, ma lo abbiamo fatto spesso. E anche il settore giovanile, a parte quest'anno, ha dato grandi risultati e prodotto numerosi giovani. Siamo in serie A da nove stagioni, era da quarant'anni che non succedeva. Dobbiamo anche guardare il bicchiere mezzo pieno, poi ripeto che io non sto a vita qui al Toro. Quando ho preso il Toro fatturavo già 250 milioni, non mi serviva il Toro per la notorietà. Semmai al Toro ho dedicato tanto tempo e l'ho tolto alla mia famiglia. E chi c'è in Italia che può permettersi di perdere 20 milioni all'anno?. Facciamo la lista, vedo qui l'Atalanta che ha cambiato marcia da quando è arrivato Gasperini: avrei potuto prenderlo anche io, ma era di scuola juventina e non so come l'avrebbe presa la piazza. Ora ho preso Vagnati, che ha un grandissimo scouting, e un mister che ha fatto grandi cose tra Ascoli, Cagliari e Sampdoria. Abbiamo fatto errori e abbiamo fatto modifiche, ora faremo gli interventi che servono".

    Quanto le secca la contestazione?
    "Oggi non ho visto moltitudine qui davanti, ma mi dispiace. So che in tanti però mi vogliono bene. E quando le cose non vanno, devi inventarti qualcosa di nuovo. Può capitare che le cose non vadano bene, anche da altre parti ci sono contestazioni in atto. Io sono qui per farle andare meglio".

    Quanto tempo avrà Giampaolo?
    "Tutto quello che gli serve, lo abbiamo preso per un lungo ciclo. E non è vero che dobbiamo prendere sei giocatori: leggo del portiere, ma noi abbiamo Sirigu e lo teniamo stretto. In attacco abbiamo Belotti, Zaza e Iago e un attaccante non ci serve. In difesa? Li abbiamo già i centrali. E poi abbiamo rinnovato Ansaldi, preso Rodriguez, c'è Singo che ha grandi prospettive, c'è Aina che per Giampaolo ha grandissime qualità. Ci serve un play, una mezzala e magari un esterno destro, ci manca il 15 per cento della rosa perché dobbiamo prenderne soltanto tre. Anche in mediana siamo messi bene, con Baselli che sta recuperando e Meité che è qui con noi".

    Qualcuno si è fatto avanti seriamente per rilevare il club?
    "Non ho avuto nessun tipo di contatto".

    Ci sarà un'inclusione per i tifosi?
    "Assolutamente sì: io do direttive ai miei collaboratori. Ho la voglia di fare un passo indietro e delegare molto di più, il Torino può diventare inclusione. Amo coinvolgere i miei collaboratori così come i tifosi. Ci sta che Mazzarri fosse preoccupato dalla contestazione, è passato dalle stelle alle stalle: allenare con qualcuno che ti urla qualcosa non è semplice. Poi io accetto le contestazioni, anzi per me sono uno stimolo a fare meglio".

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