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    Torino, nessuna pace con Juric: Vagnati a rischio, cosa può succedere

    Torino, nessuna pace con Juric: Vagnati a rischio, cosa può succedere

    • Andrea Piva
    La quiete dopo la tempesta: la poesia di Leopardi sintetizza quello che appare l’ambiente in casa Torino il giorno dopo la furibonda lite tra Ivan Juric e Davide Vagnati. Ciò che appare non corrisponde però a ciò che veramente è. Nonostante il dt nella serata di ieri abbia provato subito a vestire i panni del pompiere e smorzare il caso, spiegando di essersi immediatamente riappacificato con il tecnico, l’impressione è che la serenità in casa granata non sia ancora arrivata: anzi, anche se non immediatamente, gli strascichi di quella lite e di quel video avranno delle conseguenze e il primo a pagare potrebbe essere proprio Vagnati. 

    VAGNATI A RISCHIO - Non verrà allontanato oggi e neppure domani, troppo delicata ora la situazione per pensare a un ribaltone: manca circa una settimana all’esordio in Coppa Italia del Torino, due a quello in campionato e di operazioni di mercato da portare a termine ce ne sono ancora tante, sia in entrata che in uscita. Proprio il mercato è stata in fonda la miccia che ha fatto esplodere la rabbia dell’allenatore. Restano da capire i tempi dell’addio di Vagnati, se i saluti arriveranno a settembre o a fine stagione ma appare certo che a occuparsi del mercato del Torino la prossima stagione sarà un altro ds, anche perché nella concitazione del momento Vagnati si è lasciato scappare una frase che difficilmente Urbano Cairo lascerà passerà in cavalleria: “Ti ho sempre difeso agli occhi di quel testa di c…”. A chi si rivolgesse il dirigente con il poco lusinghiero epiteto sembra ovvio. 

    JURIC-VAGNATI, SOLO UNA TREGUA - Nel frattempo Juric si appresta a dirigere gli ultimi allenamenti dal ritiro di Waidring, Vagnati ha invece lasciato l’Austria nella serata di ieri, dopo l’amichevole vinta per 1-0 dai granata contro l’Apollon Limassol. A proposito della partita: né prima, né dopo, allenatore e direttore tecnico si sono salutati o incrociati, sono rimasti anzi a distanza, evitandosi, e in quel momento il rappacificamento di cui ha poi parlato il dirigente nella serata c’era già stato. Più che pace, forse è il caso di definirla una tregua.

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