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  • Toromania: da mangiarsi le mani. Ma per l'Europa non è finita

    Toromania: da mangiarsi le mani. Ma per l'Europa non è finita

    • Andrea Piva
    Mangiarsi le mani. Troppo spesso sembra essere questa la specialità di Belotti e compagni, dopo la partita. A Parma, così come già successo all’andata o più di recente contro il Bologna, il Torino non è riuscito a dare continuità al successo della giornata precedente. Guardare la classifica oggi vuol dire interrogarsi su dove sarebbe potuta essere questa squadra se solo Berenguer non avesse sbagliato un rigore in movimento o se Parigini non avesse fallito una ghiotta occasione in contropiede nel finale. I “se” e i “ma” non portano punti, quelli arrivano con le vittorie, ed è quanto serviva ed è mancato al Tardini. Stavolta l’avversario non sembrava insormontabile, oltretutto senza Bruno Alves, Gervinho e Inglese. Eppure la squadra di Mazzarri non è riuscita ad andare oltre lo zero a zero. 

    Vedere il Milan (quarto) perdere e la Sampdoria andare ko in casa di certo non consola. Anzi, non fa che aumentare il rammarico per quel che sarebbe potuto essere e invece non è stato: ossia un Torino ad un punto dalla Champions almeno per una notte. Naturale domandarsi cosa manchi a questa squadra per fare il famoso salto di qualità. Forse un giocatore dai piedi buoni in mezzo al campo: c’era Soriano ma sappiamo tutti com’è andata. O forse un maggiore apporto dei nuovi innesti: Izzo a parte, a deludere di più finora sono stati i giocatori arrivati la scorsa estate. Zaza è irriconoscibile, Meitè si è spento troppo presto, Bremer non è pervenuto, Damascan fatica persino in Primavera. 

    Presto per i processi, a fine stagione si tireranno le somme sul lavoro fatto da tutti, dirigenti, tecnico e giocatori. m non resta che stringersi intorno alla squadra, perché le porte per l’Europa sono ancora aperte e, nonostante l’ennesima occasione sprecata, il Torino ha ancora la possibilità di staccare il pass per una coppa internazionale.

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