Toromania: i 10 comandamenti per il derby
1) Non scansarsi: sembra un qualcosa di scontato, invece negli ultimi anni più volte il Torino, inconsciamente, ha lasciato la strada libera agli avversari. Il rispetto che si deve avere per gli avversari si è tramutato in paura, la paura ha portato a sbagliare, a pensare più a spazzare via il pallone che a provare a giocarlo, favorendo così le grandi qualità dei giocatori avversari. Specialmente in un derby, scansarsi, anche involontariamente, è un peccato capitale da non commettere.
2 La Juventus è il nemico: il derby non dura novanta minuti, inizia molto prima del fischio del'arbitro. Per avere la meglio sulla Juventus bisogna scendere in campo, già nel riscaldamento, come se fosse l'ultima partita della propria vita. Per vincere in campo deve essere una battaglia e la Juventus è il nemico da battere. Come dice Pasquale Bruno: "Nel derby non esiste il fair play".
3) Giocare con il cuore: la storia ci insegna che se il Torino gioca da Toro, mettendo in campo il suo proverbiale cuore granata può colmare il gap tecnico. La Juventus è più forte ma, rispetto al Toro, lo era nettamente di più anche nel 2001, eppure Asta, Ferrante, Maspero e compagni con il cuore riuscirono addirittura a rimontare tre gol in un tempo.
4) Usare la testa: giocare con il cuore non vuol dire non usare la testa. In campo è importante mantenere alta la concentrazione fino alla fine, la Juventus ha giocatori che possono far male in qualsiasi momento, motivo per cui non bisogna avere cali di attenzione.
5) Onorare la maglia: Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Castigliano, Rigamonti, Grezar, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Ma anche Ferrini, Meroni, Zaccarelli, Sala, Graziani e Pulici. Prima di Belotti, di Ljajic e di Hart, la maglia granata è stata indossata da campioni che hanno scritto pagine indelebili del calcio italiano e mondiale. Anche per loro la maglia granata va onorata.
6) Non scambiare la maglia: essere tifosi del Toro a Torino non è semplice, anche per questo il derby è atteso con una trepidazione incredibile. Non scambiare la maglia con un avversario a fine partita, come accaduto più di una volta negli ultimi anni, è anche un segno di rispetto per i tifosi che nonostante la serie B, il fallimento e le varie disavventure, ogni domenica, agli allenamenti, nei ritiri estivi, seguono con tanto amore e passione la squadra.
7) Rispettare i tifosi: che non vuol dire solo non scambiare la maglia con gli avversari, ma rispettare il valore del derby per i tifosi. È necessario dare tutto, fino alla fine, indipendentemente dal risultato. Arrendersi a 30/40 minuti dalla fine come accaduto lo scorso anno non è ammissibile. Non è da Toro.
8) L'arbitro non è un alibi: vero, nella storia, anche quella recente, il Torino più di una volta è stato danneggiato dalle decisioni arbitrali nei derby. Gli eventuali errori di Rocchi non devono però essere un alibi: in un derby bisogna essere più forti di tutto, anche dell'arbitro.
9) Vincere: perché alla fine quello che conta in un derby è vincere.
10) Torino è granata: perché alla fine, comunque vada, Torino è stata e resterà granata.