Tutto all'ultimo, come al solito. E chi aveva più dubbi ormai? Il Toro ha abituato i suoi tifosi e gli addetti ai lavori agli affari last-minute. E' la consuetudine dell'era Cairo, che è convinto di concludere veri affari in questo modo. Eppure ci sarebbe da chiedersi perché, ogni volta, occorra ridursi così. Probabilmente tra oggi e domani la dirigenza granata riuscirà anche ad assestare qualche colpo e rinforzare la rosa, ma la domanda resterebbe sempre la stessa e senza una risposta logica: perché non è stato possibile farlo prima?

E' difficile credere che un Barreto (Udinese) o un Birsa (Genoa) qualunque, come anche fosse Pasquale (sempre Udinese) o chiunque altro, non si riesca a portarlo a Torino in tempi non biblici e più consoni alle richieste di Ventura. All'esordio in campionato contro il Siena si è visto un buon Toro, ma inconcludente. La controprova nel calcio non esiste, ma viene da chiedersi, ancora: 'E se ci fosse stato quel giocatore (o quei due giocatori, voluti da Ventura), il Toro avrebbe avuto maggiori chance di vittoria o no?'. E' vero, è 'solo' una giornata di campionato e il punto di Siena va considerato positivamente, volendo. Tuttavia, il rammarico c'è già, perché due punti in più a questo Toro avrebbero fatto comodo, per vari motivi.

In ogni caso, concludere qualche vantaggiosa operazione agli sgoccioli ci sta, è legittimo e talvolta produce anche benefici sotto forma di 'sconti'. Tutto questo però non è logico quando nella tua squadra devi introdurre ancora dei rinforzi, possibilmente dei titolari, di cui il tuo allenatore avrebbe avuto bisogno da metà luglio. La tradizione però va rispettata e allora Cairo anche questa volta ha preferito agire a modo suo: la fortuna del Toro, in questa stagione, è quella di poter contare su uno scarsissimo ventaglio di dirette concorrenti per la salvezza. Solo così infatti, con questo modo di fare e gestire, la società può manifestare ottimismo per questo campionato, appena iniziato.