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    Toromania: tutte le colpe di Ventura

    Toromania: tutte le colpe di Ventura

    • Emanuele Pastorella
    La sconfitta contro il Chievo Verona, una crisi che non sembra finire mai e una svolta che non arriva: tutti motivi, più che comprensibili, per cui la gente del Toro ha deciso di dire “basta”. Dopo 90 minuti di incitamento, l’Olimpico ha scatenato tutta la propria rabbia con cori, fischi e insulti, al termine di un’altra prova nettamente insufficiente della squadra di Ventura. Già, proprio il tecnico, tra i pochi a salvarsi dalla contestazione in queste stagioni passate sotto la Mole, è finito nel mirino della critica. La piazza ha sfiduciato totalmente, e apertamente, il proprio allenatore, insultandolo pesantemente per la prima volta da quando è arrivato al Toro.
     
    Da parte sua, Ventura prova a prendersi le responsabilità in conferenza stampa, ma dopo più di metà stagione è doveroso fare delle riflessioni sul suo conto. Questo doveva essere l’anno della svolta: senza Europa, con una squadra giovane, le aspettative sui granata erano davvero alte. Eppure, alla 24esima giornata, il Toro non ha ancora acquisito una propria identità, è uscito malamente dalla coppa Italia, di obiettivi veri non ce ne sono più e, all’orizzonte, si vedono più luci che ombre. Ventura non sta riuscendo a cambiare rotta, con la piazza ha ormai rotto: i tifosi sono stati vicini alla squadra, ma i risultati non sono cambiati.
     
    Urbano Cairo ha esaudito praticamente ogni desiderio del tecnico sul mercato, sia in estate, quando ha preso giovani del calibro di Baselli, Zappacosta e Belotti, sia in inverno, trattenendo Maksimovic e rinforzando il parco attaccanti con il colpo Immobile. La squadra c’è, i risultati no: e, con il tempo che passa, il responsabile trovato dai tifosi è stato individuato in Ventura. Si criticano, giustamente, il fossilizzarsi su un unico modulo, un 3-5-2 che ormai conoscono tutti; un processo di crescita che si è bruscamente fermato, essendo passati dall’impresa di Bilbao alle disfatte casalinghe contro Udinese e Chievo, non certo due corazzate; nello specifico della gara terminata da poco, cambi incomprensibili e il mancato azzardo delle tre punte nel finale.
     
    Il credito di Giampiero Ventura è finito, la Maratona e nel complesso lo stadio Olimpico lo ha fatto capire. La stagione è ancora lunga, ma ormai è compromessa: a meno di miracoli sportivi di Carpi e Frosinone, la salvezza è acquisita, ma i sogni di gloria sono ancora rimandati di un anno. Tanti giocatori non hanno la serenità giusta per potersi esprimere, la “spensieratezza” come l’ha chiamata Benassi, ma si acquisisce soltanto con i risultati. E i risultati non arrivano. Ventura ha detto che rifletterà sul perché oggi la squadra non si è espressa ai livelli che si aspetta; i tifosi, invece, hanno già riflettuto.
     

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