La sua Irlanda non ha stelle, metà dei convocati non sono titolari fissi in Premier, quali carte si giocherà in questo Euro? 

“Non abbiamo Messi e Ronaldo, non è certo una sorpresa eppure io so di aver in mano la squadra giusta per andare avanti nel torneo. Nell’allenamento di ieri ho fatto i complimenti ai ragazzi: ci stanno mettendo, passione, attenzione e impegno. Sono completamente coinvolti nel progetto e pronti a spendere tutto quello che hanno”.

 

Appena arrivati qui però le hanno chiesto un giorno di riposo.

“Sì e non ho avuto problemi a concederlo. Avevo un’altra tabella però i ragazzi hanno motivato la loro richiesta e penso fossero sinceri perché il lavoro di questi ultimi due giorni, dopo che hanno avuto il tempo di riposare, sono stati perfetti. Ho visto molta energia”.

 

L’ultima amichevole finita in pareggio con l’Ungheria l’aveva preoccupata e ora? 

“Per la prima volta in due anni ho visto la squadra meno aggressiva, ma credo iniziassero a sentire un po’ la tensione. Avevo anche detto di stare attenti agli infortuni, ho rivisto la gara e alla fine la preoccupazione è passata”.

 

Quindi non sono più nervosi?

“No hanno motivo di esserlo, sono preparati. Il girone è complicato però ci si entra a testa alta. Da giocatore ero un buon centrocampista, nulla di più e mi sono trovato di fronte i migliori Cruyff, Eusebio… Erano più bravi di me ma ho vinto i confronti diretti. Questo è il calcio e la vera sfida. Se non arrivo dove penso sia possibile arrivare non sono contento”.

 

Lei è il tecnico più anziano dell’Euro. Il ruolo pesa?

“Io mi sento vent’anni. Ho la testa fresca e sono curioso, sempre interessato da situazioni sconosciute. Dicono che i vecchi non hanno più voglia di scoprire novità, io sì quindi non sono vecchio: sono un ventenne con più esperienza, avessi 15 anni meno giocherei”.