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  • Tributo ad un campione: 'au revoir' Titì!

    Tributo ad un campione: 'au revoir' Titì!

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    "Referee, is that enough?": sì Titì, è abbastanza. Come dopo quel mitico gol su punizione contro il Wigan, di cui tutti ricordiamo l'esultanza, quello sfacciato sorrisino rivolto all'arbitro, che significava tanto: "è abbastanza? ti piace come ho tirato?", visto che il direttore di gara gliel'aveva fatto ribattere, dopo che già la prima volta la palla era finita in rete. Se pensiamo alla carrera calcistica di Monsieur Thierry Henry, uno dei veri e propri Signori del calcio, la scena appena riportata è emblematica: classe sopraffina abbinata a quella furbizia, quella consapevolezza di essere uno dei migliori, che lo ha portato a dominare il mondo, perchè dopo il successo anche negli States la conquista del globo è effettiva. 

    CARRIERA DA BRIVIDI - Dopo la partita pareggiata dai suoi New York Red Bull contro i New England Revolution, che ha sancito l'eliminazione dei newyorkesi dai Playoff Mls, oggi Henry ha salutato il calcio, con un messaggio pubblicato sul proprio profilo ufficiale di Facebook: "Dopo 20 anni di gioco è giunto il momento di  raccontarvi un'altra storia". Impossibile tracciare il bilancio di un giocatore talmente fantastico, talmente fuori dagli schemi da risultare quasi di altri tempi. I semplici e meri numeri non renderebbero onore alla sua carriera, iniziata nella sua cittadina, Les Ulis, e proseguita poi nei top club europei e non solo: l'accademia di Clairefontaine, fucina di talenti come Anelka, Ben Arfa e Gallas, il Monaco, la Juventus, l'Arsenal, il Barcellona e i New York Red Bull. Vanno però ricordati però alcuni episodi, che hanno contribuito a farlo entrare nella leggenda: come ad esempio l'inaugurazione della statua che lo ritrae fuori dallo stadio dell’Arsenal, fermata Holloway Road, unico francese tra gli inglesi, mentre esulta dopo un gol segnato in un derby, nel 2002, contro l'odiato Tottenham. Henry per un Gunner è più importante della mamma: in 8 anni 226 gol, miglior marcatore della storia per gli armaioli di Londra. Lacrime all'addio del 2007, e il motto più importante stampato in testa: "Forever a Gooner, once a Gooner"La vittoria della Coppa del Mondo, da giovincello, nel 1998. Ma anche le delusioni: la finale di Champions League persa nel 2006 a Roma contro il Barcellona, che poi diventerà proprio la squadra a regalargi la coppa dalle grandi orecchie, nel 2009.

    FENOMENO DAI NUMERI INCREDIBILI - Numero 14, come Johann Crujff: un 10 bravissimo a fare anche il 9, classe purissima, giocate da spezzare il fiato, capacità realizzative da fenomeno. "Thierry Henry potrebbe prendere palla in mezzo al campo e segnare un gol che nessun altro al mondo potrebbe segnare", dichiarò Wenger di lui qualche tempo dopo averlo preso. Un palmares da fare invidia a chiunque: primatista di presenze e di reti con la maglia dell'Arsenal nelle competizioni UEFA per club, due Premier League, tre FA Cup e due Community Shield, una Champions League, la Coppa del mondo per club FIFA, due Campionati spagnoli, Copa del Rey e Supercopa de España. Miglior marcatore assoluto della nazionale francese, vinse il campionato del mondo 1998 e il successivo Campionato europeo 2000. A livello individuale vanta quattro titoli di capocannoniere in Premier League e due Scarpa d'oro
    "It's enough, guys? "It's enough, Titì". Au revoir, ci mancherai.
     

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