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  • Turnover Milan: Pioli ha sbagliato, ma rispetto ai rivali ha meno alternative

    Turnover Milan: Pioli ha sbagliato, ma rispetto ai rivali ha meno alternative

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    La parola chiave è turnover. Il primo a pronunciarla fu Silvio Berlusconi alla fine degli Anni Ottanta quando sognava due Milan, uno per il campionato e uno per la coppa dei Campioni. Fu così che Arrigo Sacchi e Fabio Capello si trovarono a gestire più di un Pallone d’Oro, costringendo ad accomodarsi in panchina, a turno appunto, i vari Gullit, Van Basten e Papin. Da un secolo all’altro, da un Milan capace di vincere in Europa e nel Mondo, a questo di Stefano Pioli tornato a festeggiare lo scudetto undici anni dopo l’ultimo, è cambiato tutto e anche il termine “turnover”, che ormai non ha più nulla di rivoluzionario, è diventato familiare per i tifosi di qualsiasi squadra.

    Il turnover oggi è una necessità per ogni allenatore, un po’ perché si possono fare cinque cambi per partita e un po’ perché mai come in questa stagione così compressa è indispensabile dosare le forze dei giocatori. La conseguenza è chiara: chi ha un organico migliore è favorito, anche se potendo e dovendo cambiare molto la differenza spesso la può fare l’allenatore che utilizza meglio i propri giocatori. Non a caso Simone Inzaghi è stato criticato per i cambi sbagliati in occasione della partita persa contro la Lazio, mentre per motivi opposti è stato elogiato Maurizio Sarri. 

    Anche Pioli è stato criticato, a cominciare da chi scrive, per avere esagerato nel turnover contro il Sassuolo, condizionato dal pensiero del derby di sabato. Cinque cambi, rispetto al convincente 2-0 contro il Bologna, hanno stravolto la squadra e non a caso, malgrado le correzioni in corsa, il Milan ha tirato soltanto due volte in porta, tornando a casa con un deludente 0-0.

    Proprio il turnover di Reggio Emilia ha però evidenziato una preoccupante lacuna nell’organico rossonero, relativa alle cosiddette seconde linee in panchina. Non a caso nelle prime due gare di campionato, Pioli non ha schierato inizialmente nemmeno uno degli ultimi arrivati dal mercato estivo, riproponendo i titolari che avevano vinto lo scudetto. Contro il Bologna ha brillato l’acquisto più importante De Ketelaere che in pratica si è subito guadagnato il posto da titolare. Contro il Sassuolo, invece, i vari Florenzi, Pobega, Saelemaekers e Diaz hanno mostrato i loro limiti. Paradossalmente, ma non troppo, il Milan ha abbondanza soltanto nel reparto fantasia con Diaz, Adli e De Ketekare, ma penuria in tutti gli altri a cominciare dall’attacco che rimane da anni il settore più scoperto. In attesa di scoprire che cosa potrà fare Origi, rimane la certezza che Giroud non ha alternative dal rendimento sicuro e comunque due attaccanti sono pochi per correre su tutti i fronti. L’Inter ne ha quattro: Lautaro, Lukaku, Dzeko e Correa. Nella Juventus ieri sera ha segnato l’ultimo arrivato Milik, riserva di lusso di Vlahovic. Anche la Roma ha già fatto debuttare il nuovo giallorosso, come alternativa ad Abraham ed El Shaarawy. Il Napoli addirittura ha acquistato Raspadori e Simeone, fin qui panchinari di lusso dietro il titolarissimo Osimhen. Pioli, invece, in assenza di Giroud si è dovuto arrangiare con Rebic all’esordio contro l’Udinese, che poi però ha deluso contro l’Atalanta. E il problema delle alternative non si ferma qui, ricordando la partenza di un titolare come Kessie. E’ vero che i nuovissimi rossoneri Thiaw e Dest possono essere utili come ricambi in difesa, ma nella migliore delle ipotesi avranno entrambi bisogno di tempo per inserirsi in una squadra nuova e il discorso vale anche per il centrocampista belga Vranckx. Quest’anno, però, il tempo è tiranno come si suol dire. E già sabato il Milan non potrà perdere altro terreno nel derby. Anche se in assenza di ricambi all’altezza dei titolari non si può chiedere un altro miracolo a Pioli. Perché lui ha sbagliato contro il Sassuolo esagerando con il turnover, ma la MM Maldini-Massaro ha sbagliato più di lui a non offrigli in anticipo alternative migliori.

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