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  • Ucraina, un anno di guerra: miracolo Shakhtar, ecco come nascono i nuovi Mudryk

    Ucraina, un anno di guerra: miracolo Shakhtar, ecco come nascono i nuovi Mudryk

    • Alessandro Di Gioia
    365 giorni lunghi una vita e pesanti come macigni, 365 giorni che hanno profondamente cambiato, per sempre, la storia dell'Europa. Esattamente un anno fa, il 24 febbraio 2022, la Russia di Vladimir Putin invadeva l’Ucraina di Volodymyr Zelensky, annunciando a sorpresa un'"operazione militare" per difendere i separatisti nell'est del Paese e cominciando a bombardare Kiev e altre città ucraine. "Un'operazione lampo", si diceva, ma 365 giorni dopo la guerra non è ancora finita: il bilancio tragico parla di più di 7mila morti e 11mila feriti tra i civili.

    CAMPIONATO A SINGHIOZZO - Un conflitto mostruoso, che ha modificato radicalmente il modo di vivere della popolazione ucraina, riversandosi in maniera tentacolare su tutti gli aspetti della società, tra cui chiaramente anche il mondo dello sport e del calcio. Il campionato della Premier League ucraina è ripreso alla fine di agosto, ma parlare di pallone in un contesto storico di bombe e sangue risulta paradossale, oltre al fatto che le squadre sono costrette ad allenarsi nella paura dei missili e spesso le partite vengono rinviate o sospese per gli attacchi da Mosca. 

    IL CASO DELLO SHAKHTAR - Il caso più particolare riguarda sicuramente lo Shakhtar Donetsk, assieme alla Dinamo Kiev la squadra più rappresentativa del paese, nonostante la città che rappresenta sia ubicata nel Donbass, la regione reclamata dalla Russia, dalla quale sono partite le prime rappresaglie e dalla quale il conflitto si è allargato a macchia d'olio: il club di proprietà di Rinat Achmetov, magnate ucraino presidente della System Capital Management, una delle imprese industriali leader nella finanza del paese, ma soprattutto dell'ormai tristemente famosa acciaieria Azovstal, è l'unico che rappresenta il paese nelle competizioni europee.

    L'IMPRESA E L'ESILIO - Clamorosa l'impresa ottenuta nella serata di ieri in Europa League contro il Rennes da parte degli uomini allenati dal tecnico croato Igor Jovicevic, dopo il 2-1 ottenuto all'andata in Polonia, allo Stadion Wojska Polskiego di Cracovia, dove gli Hirnyky, i "minatori", così chiamati per la presenza di numerose miniere nella zona della città, sono costretti dal conflitto a giocare le partite europee. In generale gli arancio-neri, nelle competizioni internazionali, sono esiliati dallo stadio casalingo di Donetsk da quasi 10 anni ormai, dopo lo scoppio delle prime ostilità nella regione, ma prima dell'attacco russo giocavano a Kiev, nello stadio della capitale.

    UCRAINA, POLONIA E IL RIGORE DI KELSY - Un vero e proprio miracolo, un anno dopo, per un club che è costretto ad allenarsi proprio a Kiev quando gioca in campionato, mentre si sposta in Polonia per gli allenamenti pre Europa: a Rennes, sul campo di una delle squadre migliori della Ligue 1, è arrivata la sconfitta per 2-1 che ha ribaltato l'esito dell'andata, con lo sfortunato autogol del classe 2005 francese Belocian al 119' dei tempi supplementari, prima del trionfale epilogo ai calci di rigore, grazie al penalty decisivo realizzato dal classe 2004 venezuelano Kevin Kelsy, realizzato contro il classe 1984 Steve Mandanda, 21 anni in più. Ora agli ottavi di finale i rivali saranno gli olandesi del Feyenoord, finalisti di Conference League nella passata stagione.

    DAI BRASILIANI AI GIOVANI - Proprio la linea verde sta caratterizzando il nuovo corso dello Shakhtar: incredibile per un club che aveva abituato, nel corso degli anni, ad acquisire i migliori stranieri, soprattutto brasiliani, che non arrivavano nell'Europa dell'Ovest, da Willian a Luiz Adriano, da Fernandinho a Marcos Antonio. Cambio di rotta, dovuto alla situazione extra campo, che ha portato anche all'addio di Roberto De Zerbi, il quale a malincuore ha dovuto lasciare l'egida degli ucraini. Puntare sul vivaio è la nuova via, cercando di sfruttare la recluta dei migliori talenti del campionato di casa.

    I NUOVI MUDRYK - Giovani, forti e dal futuro assicurato, come quel Mykhaylo Mudryk acquistato dal Chelsea nel mese di gennaio per più di 100 milionI di euro. Ma chi sono I Mudryk del futuro? Il portiere 21enne Anatolly Trubin, 21 anni ed eroe della serata di Rennes, con tre rigori parati. Il difensore centrale Valeriy Bondar, 23 anni e stabilmente in nazionale, oltre ai due 19enni Maryan Faryna ed Eduard Kozik, appena promossi dal settore giovanile. Il terzino destro Yukhym Konoplya, già nel mirino di diversi club di Premier League inglese, così come Dmytro Kryskiv, centrocampista tutto estro e fantasia che molti già paragonano al vecchio compagno. Davanti il terzetto composto da Georgiy Sudakov, Artem Bondarenko e Danylo Sikan, su cui poggia le proprie speranze la selezione che fu di Shevchenko, visto quanto dimostrato con la Nazionale Under 20 campione del Mondo. Per un futuro che i giovani ucraini sognano possa essere diverso dal terribile presente. 

    @AleDigio89

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