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  • Udinese:|La rivoluzione interrotta

    Udinese:|La rivoluzione interrotta

    Appare quasi inevitabile ricordare quel che Pozzo andava dicendo con fervente convinzione qualche mese fa: “via da Udine chi non vuole restare”. Ecco, le voci e le indiscrezioni, seppur smentite, nascono proprio da quel momento, quando ovvero molti dei beniamini bianconeri sembrava voglioso di cambiare aria.

    La conferenza stampa di Handanovic in estate rimane una pietra miliare in tal proposito, quando sottolineò che a Udine non si può di certo pensare a scudetti ma nemmeno a ambire a diventare ancora più grandi. Come non chiedersi se il suo rendimento iniziale non sia figlio anche di un malumore antico?

    Naturalmente non è l’unico esempio: Alexis Sanchez in estate, per detta dei suoi compagi di Nazionale, sognava lo United. Sir Alex Ferguson incassa e ringrazia. “‘Un giocatore come lui è di assoluto talento ed è nel lotto di quelli che seguiamo”. Raramente Sir Alex si è espresso così per qualcuno, nemmeno per Beckham.

    Chiedersi se l’esclusione, il gioco molto individualista del Nino e le difficoltà di comprensione con l’allenatore, non siano figlie di questo, appare perfino scontato.

    Isla con la Juve ha mostrato una gara che peggiore non poteva esssere. Poi si è ripreso ma non è un laterale e certi difetti, agli occhi dei più attenti, non mancano. La sostituzione proprio con Sanchez nella gara col Cesena e il presunto battibecco con Guidolin non sembra un caso. Anche perché pure il mite Isla in estate, a causa di un fin troppo zelante procuratore, ha manifestato la voglia di andare a piedi un po’ ovunque, soprattutto a Roma. Dimentichiamo poi le ultime dichiarazioni (non autorizzati) dove affermava che Sanchez farebbe bene ad andarsene. Viva lo spirito di gruppo!

    Inler sta tornando a discreti livelli: ma anche per lui le voci di mercato ci sono state, ci sono e continueranno. Lo svizzero è un ‘duro’ e soprattutto appare professionista. Ma le sirene ammaliano i marinai anche più smaliziati.

    In tutto questo la società cerca di porre rimedio con qualche smentita poi però messa in discussione da nuove voci. Non indiscrezioni ma vere e proprie dichiarazioni: quelle di Sanchez sul Malaga e sullo United non sono di certo frutto della fantasia dell’autore. Com’è possibile che in due giorni due giocatori possano parlare in questa maniera senza essere ripresi pubblicamente?
    Se i panni sporchi vanno puliti in casa è altrettanto vero che ci sono casi in cui bisognerebbe fare ammenda pubblica. E questi casi non bastano?

    Il punto è sempre quello. Una società che punta al bilancio prima di tutto diviene incapace a non viziare i suoi giocatori. Per fortuna che c’è Guidolin che sta cercando di riportare valori sportivi che sono andati perduti negli anni recenti. Pensare poi al valore aggiunto che poteva essere offerto da Andrea Magro fa crescere la delusione.

    I tifosi bianconeri non sono arrabbiati, sono delusi, quasi apatici. La cosa peggiore per una passione quale è il calcio.
    Vincere una gara col Cesena, ovviamente, non può che rallegrare  e far sperare che la salvezza poi non è impossibile.

    Ma, ragionandoci su, è inevitabile ripensare agli errori passati, a quella rivoluzione interrotta che doveva  fare piazza pulita degli scontenti e creare un gruppo nuovo e affamato.
    Invece a un certo punto si è pensato di vendere Di Natale, si è venduto Candreva, si è trattenuto il mai impiegato Forestieri (sabato in amichevole tra i migliori), si sta disperdendo Laurito e con lui Battocchio, ammirati in estate.
    Non che possano essere subito considerati la panacea per i mali dell’Udinese ma almeno farli considerare importanti per il futuro non sarebbe male.
    Guidolin sa bene come muoversi con i giovani, ma visto quanto stanno offrendo alcuni ‘anziani’, dare chance anche solo per essere convocati in ritiro non sarebbe una cattiva idea a nostro modesto parere e aiuterebbe a crescere.

    Ma Udine, probabilmente per scelte societarie, non è paese per giovani. Dai tempi di Rossitto non assistiamo a un italiano promosso in prima squadra dalla primavera. E pensare che negli ultimi anni la squadra giovanile ha raggiunto più di una volta le finali nazionali.

    Vorremmo capire poi se le voci che oggi circolano sono davvero solo destabilizzanti e messe in circolo da procuratori senza scrupoli o c’è della verità in mezzo: proprio a metà strada di solito ci sono le risposte.
    Per cui non è tempo di rilassarsi: la sensazione è che mai come quest’anno gli errori commessi si acutizzino e si riflettano sul campionato anche a causa di una concorrenza spietata, figlia di errori antichi.

    Guidolin ha intrapreso la sua strada senza se e senza ma: le esclusioni eccellenti ci sono e, forse, ci saranno ancora. L’avvento di Denis porterà altre scelte che alcuni condivideranno altri  no. Ma il coraggio di scegliere (e di prendersi le responsabilità) non è cosa da poco in questo sport troppe volte controllato da società che guardano solo al mercato e alla valorizzazione insieme a procuratori senza scrupoli.

    La rivoluzione, infine, doveva essere fatta quando Pozzo la prometteva. Oggi appare tardiva come le smentite di rito a frasi emblematiche.


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