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  • Udinesemania - Clima surreale alla Dacia Arena. Questo non è calcio

    Udinesemania - Clima surreale alla Dacia Arena. Questo non è calcio

    • Stefano Pontoni
    Clima surreale ieri sera alla "Dacia Arena". Formalmente Udinese-Salernitana è stata giocata: stadio aperto, qualche spettatore sugli spalti, liste compilate, fischio d'inizio dell'arbitro Camplone. Mancava, però, la formazione granata, costretta alla quarantena dall'ASL locale. ​Si atteso 45' prima prima del triplice fischio finale che ha decretato l'assenza della squadra ospite. 

    "Se la Salernitana fosse partita per Udine sarebbe andata incontro a sanzioni di carattere penale", parola di Arcangelo Saggese Tozzi, direttore del servizio di igiene e sanità pubblica di Salerno. 

    La Lega, però, per salvaguardare la credibilità del campionato, ha deciso di non rinviare il match. Una scelta dettata dal fatto che non si devono creare precedenti che possano compromettere il regolare svolgimento della stagione. 

    Viene da chiedersi come in un momento così delicato, nel mezzo della quarta ondata, con la variante omicron che rischia di diffondersi a macchia d'olio, come il calcio possa pensare di fregarsene delle regole sanitarie? Difficile dare una risposta a questa domanda. E' un'azienda che fattura miliardi ma non è questo il modo corretto per garantire il prodotto.

    Cosa succederà ora? La palla passerà alla giustizia sportiva.​ Il club campano ha già dichiarato che farà ricorso. “Faremo preannuncio di reclamo per il mancato rinvio della gara con l’Udinese” ha annunciato l'avvocato Eduardo Chiacchio che ha ricevuto il mandato.

    Si prevede, allora, l'ennesima querelle. Come finirà? Difficile quindi che sia un epilogo diverso rispetto a quello che ha già contrassegnato i casi di Juve-Napoli e di Lazio-Torino della scorsa stagione, con i ricorsi che hanno portato poi alla ripetizione del match.

    Manca ancora oggi una regola certa, un protocollo univoco da seguire. Ognuno fa per sé, si preferisce non decidere, rimandare il più possibile. Così si perde credibilità, così anche i tifosi si disaffezionano. 

    Ma questo ormai è il calcio moderno, che pur di tutelare il proprio interesse non guarda in faccia nessuno. Questa mala gestio dei vertici andrebbe condannata con maggiore forza ma si preferisce far finta di nulla, portare avanti il carozzone nonostante la situazione si faccia sempre più precaria. 




     

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