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  • Un po’ Crespo un po’ Aguero: Lautaro Martinez è il Re di Milano

    Un po’ Crespo un po’ Aguero: Lautaro Martinez è il Re di Milano

    • Pasquale Guarro, inviato a Roma
    Nel segno di Lautaro Martinez, il simbolo dell’Inter di Simone Inzaghi. L’argentino è un ciclone, un toro, un trascinatore. Un bomber moderno con movenze e classe di un calcio passato. Gli occhi al secondo gol, a quel movimento che brucia Milenkovic prima di impattare al volo il pallone per spedirlo sotto la traversa. Un po’ Crespo un po’ Aguero, prima fa 100 e poi 101 gol con la maglia nerazzurra, nel giro di una manciata di minuti. Fortissimo, uno tra i più completi in Serie A, un campione plasmato in casa, preso dall’altro lato del mondo, in Argentina, poco più che ventenne. 

    I NUMERI - Che Lautaro non sia una comune lo raccontano i numeri: 101 gol, per l’appunto. Ma non è tutto. Il “Toro”è il calciatore argentino che ha segnato di più dopo il ritorno dai Mondiali, 19 centri. Distaccati ci sono Messi a quota 12, Alvarez a 10, Dybala a 9 e Di Maria a 8. Con la doppietta contro la Fiorentina, Lautaro aggancia Crespo e Milito al secondo posto (4 gol) dei calciatori che hanno segnato di più con l’Inter nelle finali nel 21esimo secolo. Al primo posto c’è un mostro sacro come Eto’o, a 6 gol. 

    INTOCCABILE - Uno così bisogna tenerselo stretto, più di ogni altro. Ha ragione Marotta, non esistono incedibili, ma forse Lautaro vale un’eccezione. In qualche modo, nei trofei alzati dall’Inter, c’è sempre la zampata dell’argentino. Fondamentale per gli equilibri della squadra, perché oltre ai gol c’è il sudore che lascia in campo e anche gli assist che serve ai compagni. Esempio eclatante all’Olimpico di Roma, dove prima della doppietta che ha steso la Viola, Lautaro aveva mando in porta prima Dumfries e poi Dzeko. La sede di viale della Liberazione si arricchisce di un nuovo trofeo, la nona Coppa Italia della storia nerazzurra. Sulla targhetta c’è una firma speciale: Lautaro Martinez.

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