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  • Una Juve diversa: senza infortuni e col mercato è da scudetto. E l'andamento del campionato favorisce Allegri

    Una Juve diversa: senza infortuni e col mercato è da scudetto. E l'andamento del campionato favorisce Allegri

    • Giancarlo Padovan
    Non è ancora tempo di avviare un’operazione revisionistica sui pronostici formulati all’avvio del campionato di serie A. Primo, perché tre giornate, secondo me, sono poche per capire.

    Secondo, perché il mercato non è ancora concluso e solo alla fine della settimana si potrà valutare se qualche squadra si è ulteriormengte rafforzata o, paradossalmente, si è indebolita.

    Tuttavia il primo tempo contro la Roma, ha mostrato una Juventus davvero diversa rispetto a quella vista nelle prime due giornate, tanto da far tornare la speranza nei tifosi e da attenuare, almeno per il momento, la massa critica verso Massimiliano Allegri.

    E’ vero, la buona prestazione complessiva può essere frutto della pessima partita della Roma. Però è fuori di ogni dubbio che la Juve abbia mostrato brillantezza, coesione, gioco collettivo e pressing. Per vincere avrebbe dovuto chiudere il primo tempo sul doppio vantaggio, ma, da una parte, non ha concretizzato i molti contropiede che ha articolato con rara velocità e, dall’altra, è stata penalizzata da una calvinista decisione del Var e dell’arbitro Irrati sul gol annullato a Locatelli. Nell’azione, che è mlolto precedente alla conclusione in porta, Vlahovic sfiora la palla con l’avambraccio in modo insignificante e, soprattutto, involontario. Da quando in qua l’involontarietà è sparita dalla valutazione arbitrale?

    Però la ragione di questa mia riflessione non è se la Juve sia stata danneggiata o meno. Ma come sarebbe finita la partita se Allegri l’avesse affrontata con Di Maria, Pogba e Chiesa. Kostic è stato molto bravo, soprattutto nel primo tempo, però non è detto che non avrebbe giocato se i tre fossero stati a disposizione.

    Intanto, Cuadrado avrebbe potuto scalare ad esterno basso al posto del sempre pallido De Sciglio. A centrocampo Pogba sarebbe stato titolare al posto di Rabiot o, conoscendo l’idiosincrasia di Allegri per i giovanissimi, del promettentissimo MIretti, mentre nel tridente offensivo Di Maria avrebbe giocato al posto di Cuadrado, Vlahovic confermato centravanti, con Kostic o Chiesa ( o Kostic) a sinistra.

    Se a questa operazione potessimo aggiungere le geometrie di Paredes (in luogo di Locatelli che, comunque, è in netta ripresa) otterremmo una Juventus che, probabilmente, non avrebbe battuto solo la Roma, ma sarebbe addirittura competitiva per lo scudetto.

    Ripeto: non me la sento ancora di correggere il tiro e di riconoscere che la Juve sia davvero cambiata perchè una sola partita non dice mai la verità. Ma per un tecnico che punta prevalentemente sui calciatori e meno sul gioco, l’assenza di tre titolati fondamentali, ai quali dobbiamo aggiungere, per l’occasione, anche Bonucci, non è esattamente un dettaglio.

    C’è un altro dato, del tutto contigente e transitorio, che può essere utile in prospettiva: nelle tre giornate disputate, nessuna squadra è partita di slancio e il sestetto che precede il resto del gruppo ha solo due punti di vantaggio sui bianconeri, nonostante due pareggi consecutivi.

    Questo per dire che il rallentamento favorisce, con il rientro di alcuni titolari e, magari, l’arrivo di Paredes, proprio la squadra di Allegri. Non vincerà il campionato, ma potrebbe finire in zona Champions senza l’ignominia del quarto posto (per altri un’impresa) e togliendo punti a chi lotta per il titolo. Come mai è accaduto nella scorsa, penosa stagione.

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