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È stato uno scandalo, ma l'Inter è più debole della Juve: come può pensare di arrivare tra le prime quattro?

È stato uno scandalo, ma l'Inter è più debole della Juve: come può pensare di arrivare tra le prime quattro?

  • Giancarlo Padovan
    Giancarlo Padovan
Firmato Chiffi e Mazzoleni. Arbitro e addetto al Var, con l’assistenza di Piccinini. I due (o tre) peggiori in campo nel derby d’Italia vinto ancora dalla Juve (0-1) di fronte ad un’Inter comunque inconcludente. Arbitro e varista sono colpevoli perché non vedono il tocco di braccio di Rabiot che anticipa il gol di Kostic (e la responsabilità è più di Mazzoleni che di Chiffi). Poi l’arbitro, colpito dalla sindrome della compensazione (e forse perché avvisato dell’errore all’intervallo), nel secondo tempo non fischia più un fallo a favore della Juve. Tanto che Allegri, indignato, all’ennesimo sopruso scende negli spogliatoi per evitare di essere espulso. L’epilogo è comunque teso: D’Ambrosio provoca Paredes che risponde, si spingono, si scherniscono, si sfottono. Chiffi, per scontentare ancora una volta tutti, li espelle entrambi a partita finita.

Brutto spettacolo, va detto subito, durante e dopo. La gara l’ha fatta l’Inter e l’ha capitalizzata la Juve. Tuttavia, se al posto del pallido Soulè, i bianconeri avessero avuto Di Maria (ancora in panchina, ancora non al meglio, ancora malconcio) avrebbero potuto dilagare in contropiede. Ma a dirla tutta e a dirla bene, il risultato giusto sarebbe stato lo 0-0. Sia perchè il gol di Kostic (sinistro micidiale, errore di Darmian) era assai presumibilmente frutto di uno scambio irregolare tra Vlahovic e Rabiot, sia perché l’Inter di ieri sera non avrebbe segnato nemmeno si ci avesse provato per una settimana. Gli unici pericoli veri sono venuti da Barella all’inizio, poi solo qualche tiro da lontano e molti inutili cross, mentre Lautaro non si è letteralmente visto in campo.

Davvero si fatica a capire come l’Inter sogni di arrivare tra le prime quattro (è terza, ma la Roma, che pure ha perso il derby, è a meno tre) o, peggio, pensi di eliminare il Benfica nei quarti di finale di Champions League. Quest’Inter, se non cambia registro, soprattutto a centrocampo, dove Brozovic è tornato a trotterellare, è meno forte della Juve che l’ha battuta due volte su due in campionato e aspetta la Coppa Italia per completare l’opera. Ora, è vero che nelle competizioni a partita secca, o di andata e ritorno, Simone Inzaghi è un tattico quasi imbattibile, ma non si deve lamentare quando Allegri rivendica la seconda posizione effettiva in classifica.

La Juve, sul campo, ha fatto 56 punti, quattro più della Lazio (seconda), sei più dell’Inter (terza). I valori tecnici, tattici e agonistici sono questi, non quelli della Corte federale. Alla fine, l’ho già detto, anche se la Juve riuscisse ad agganciare il quarto posto nonostante la penalizzazione, quasi sicuramente verrà punita con un’altra sanzione (ci sono due altri processi sportivi), ma quello che sta facendo con una squadra priva di Pogba (sempre), Di Maria (spesso), Chiesa (ieri è entrato e ha resistito appena diciassette minuti), Kean (squalificato per due turni), Milik (infortunato da un mese e mezzo), Alex Sandro (tornerà forse dopo la sosta), è straordinario. In classiifica, quella reale, cioé quella che contempla il meno 15, la Juve è a sette punti dal Milan, quarto. Dire che il suo percorso era inimmaginabile è dire poco, a maggior ragione se si considera l’assoluta inutilità di Vlahovic in zona gol.

Inzaghi ha un alibi per partita. Ieri l’errore di Chiffi e Mazzoleni ha coperto l’ennesima prestazione gravemente deficitaria. Intanto, però, parlano i numeri: l’Inter ha cinque punti in meno rispetto al campionato scorso, quello regalato, insieme al Napoli, al Milan. Mi sorprende e, in parte, mi amareggia che Simone, un professionista serio e assai educato, si attacchi ai pretesti. Se l’Inter è alla nona sconfitta in serie A (su 27 partite) le analisi dovrebbero essere diverse. E non possono escludere l’autocritica. Personalmente resto dalla sua parte, ma ammettere che sta facendo male e che bisogna migliorare è da persona intellettualmente onesta.

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