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    Varane, allarme sugli infortuni alla testa: 'Ho avuto diverse commozioni cerebrali, certi errori non sono casuali'

    Varane, allarme sugli infortuni alla testa: 'Ho avuto diverse commozioni cerebrali, certi errori non sono casuali'

    • Redazione CM
    Raphael Varane, difensore centrale della Francia e del Manchester United ha lanciato l'allarme su uno degli infortuni più sottovalutati nel mondo del calcio, che è quello dei colpi subiti alla testa, in una lunga intervista concessa a L'Equipe. L'ex difensore del Real Madrid arriva a dire di aver "danneggiato il suo corpo" raccontando anche alcuni aneddoti di errori commessi in campo in passato legati proprio a questo genere di infortuni: "Certi errori non cadono dal cielo".

    BASTA COLPI DI TESTA - "Al Manchester United ci avevano consigliato di non fare più di 10 colpi di testa in allenamento... Mio figlio di 7 anni gioca a calcio e io gli consiglio di non prendere testate. Dopo aver fatto molti colpi di testa in carriera, dire che tutto è andato per il meglio è un po' complicato".

    COMMOZIONE CEREBRALE - "Tante volte noi giocatori non lo capiamo, non pensiamo nemmeno a fare dei test. Riconoscere una commozione cerebrale e curarla è una vera sfida. È un vero problema di salute, può anche essere vitale. Le cose stanno cambiando poco a poco, ma possiamo ancora fare progressi in questo settore".

    ERRORI NON CASUALI - "Sì, ho avuto diverse commozioni cerebrali. Se guardiamo indietro alle tre partite più brutte della mia carriera, ce ne sono almeno due in cui avevo subito un trauma cranico qualche giorno prima".

    L'EPISODIO DI FRANCIA-NIGERIA - "Ho terminato la partita con la Nigeria col pilota automatico. Se qualcuno mi avesse parlato in quel momento, non so nemmeno se avrei potuto rispondere. Non ricordo la partita dopo questo shock. Sentivo affaticamento agli occhi. Ripensandoci mi chiedo: se avessi saputo che era una commozione cerebrale, l'avrei detto, anche se significava non giocare quella partita? Non lo so. So che in questi dieci anni si fanno più test. Allora come potevo misurare la mia capacità di giocare o meno contro la Germania ai quarti? Non si può dare la colpa neanche ai medici, è una situazione un po' complicata".

    MANCHESTER CITY-REAL MADRID - "Quegli errori insoliti non erano caduti dal cielo. Mi sentivo senza energie mentre preparavo la partita di Champions League contro il Manchester City, ma non sapevo che c'entrasse qualcosa con il colpo lla testa subito. Ho seguito un protocollo di recupero di cinque giorni senza troppi sforzi. Poi abbiamo avuto qualche giorno di riposo e ricordo di essermi sentito molto stanco, ma pensavo fosse legato alla solita decompressione di fine stagione. Quando ho ripreso ad allenarmi, non mi ero ripreso dalla stanchezza legata allo shock subito. L'ho sentito fin dal riscaldamento, mi sono detto: svegliati. Avevo quasi voglia di schiaffeggiarmi".

    PAURA NEL COLPIRE - "Quando sai che le ripetute commozioni cerebrali hanno un effetto potenzialmente fatale, dici a te stesso che le cose possono andare molto storte. A quei tempi non ero un padre di famiglia, ma oggi, a 30 anni e con tre figli, la penso diversamente".




     

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