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  • Viaggio tra gli allenatori della Serie A: Conte l'unico vincente in Italia

    Viaggio tra gli allenatori della Serie A: Conte l'unico vincente in Italia

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Tra i 20 allenatori di Serie A ce n'è uno solo che ha vinto lo scudetto in Italia. Lo sappiamo: Antonio Conte, tre volte, alla guida della Juventus. Con Conte - che ha vinto anche una Premier col Chelsea - ce ne sono due che hanno vinto all'estero: Claudio Ranieri, condottiero di un Leicester che ha fatto la storia del calcio recente, e Paulo Fonseca: tre titoli in Ucraina con lo Shakthar per il tecnico portoghese. Stop. In quanto a trofei in bacheca, la Serie A 2020-21 è piuttosto misera. Non brilla, non luccica. E’ impolverata da tempo. Ci sono stati anni - nel nostro campionato - che i trofei vinti dagli allenatori si contavano a decine. Oggi tra i più titolati dobbiamo annoverare Simone Inzaghi, con una Coppa Italia e due Supercoppa; e Rino Gattuso, con la Coppa Italia portata a casa pochi mesi fa. Con tutto il rispetto, bene ma non benissimo.

    Sia chiaro: non stiamo qui discutendo il valore assoluto e lo spessore dei nostri allenatori, ma la loro abitudine a vincere, che è una cosa diversa. Pirlo è un debuttante assoluto, nessuno sa cosa porta in dote. Lo stesso Pioli ha vinto nella sua carriera in panchina una sola coppa, il campionato nazionale Allievi, con i ragazzi del Bologna, vent’anni fa. Iachini è un mago della B, ha conquistato quattro promozioni; ma in A non ha mai lottato per obiettivi concreti. Gasperini è da tutti - giustamente - considerato un maestro; ma nel suo curriculum c’è solo un Torneo di Viareggio vinto con la Juventus nel 2003.

    Pippo Inzaghi - come Pirlo, come Gattuso - ha vinto tantissimo da giocatore, ma da allenatore no e torna meritatamente in A dopo un campionato mediocre chiuso al 10° posto al Milan e un esonero al Bologna. Stesso discorso per Mihajlovic. Alla voce «vittorie» il palmares dell'allenatore serbo è desolatamente vuoto. La verità è che i nostri allenatori raccolgono premi e targhe celebrative, talvolta consensi, ma in quanto a vittorie: si prega di ripassare. Per Liverani due promozioni di fila dalla C alla A col Lecce, per Di Francesco una promozione dalla B alla A col Sassuolo, per De Zerbi una Coppa Italia di C col Foggi, finita lì. E poi Giampaolo. E Maran. E Gotti. E Juric. Zero tituli, nemmeno a livello giovanile. E non si può certo chiedere qualcosa agli altri due debuttanti - con Pirlo - nel massimo campionato, Italiano - che pure vanta due promozioni di fila con Trapani dalla C alla B e con lo Spezia dalla B alla A - e Stroppa, che pur ha vinto la Coppa Italia Primavera col Milan e la Lega Pro col Foggia.

    Riassumendo: venti allenatori, un solo vincente vero (Conte), un tecnico con una bacheca dignitosissima (Ranieri: oltre all'impresa col Leicester che da sola vale tante intere carriere dei suoi colleghi, anche una Coppa Italia con la Fiorentina nel 1996, un campionato di B francese col Monaco, la Coppa di Spagna, la Supercoppa Uefa e l’Intertoto col Valencia) e un altro (Fonseca) che ha lasciato il segno in Ucraina con tre successi. Per il resto tanti aspiranti vincenti. Certo, da qualche parte bisognerà cominciare. Sembra un paradosso ma alla fine gli allenatori italiani più titolati sono all'estero come Ancelotti o alla finestra, come Allegri, che da solo - con i suoi sei scudetti (cinque Juve e uno Milan) - ha vinto il doppio dei titoli nazionali di Conte e sta 6-0 su tutto il resto dei colleghi in Serie A.

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