Violamania: battete il cinque! Miracolo Pioli: uniti siamo più forti
Pioli, il comandante di un gruppo che si sta rivelando stratosferico.
Di punto in bianco, nel momento peggiore, la Fiorentina è rinata. Modulo, accorgimenti tattici e, soprattutto, concetti astratti che si sono concretizzati nei risultati raggiunti. Il lavoro e la bravura del mister, osannati a più riprese, stanno iniziando a rivelarsi. Complice anche quel suo essere buono, giusto e generoso, quel saper parlare con tutti, quel sapere imporsi facendosi volere bene. I valori, in questo caso, stanno pagando: la partita più complicata era tenere l’unità, aumentarla. Ci è riuscito.
Nel nome di Davide.
Il saluto ai tifosi, ormai consueto, che i giocatori esprimono a fine partita rivolgendosi al Capitano è il simbolo di questa Fiorentina. Compatta, una cosa sola. Il pensiero è rivolto là, non era facile tornare in quel posto maledetto che, un mese fa, ha stravolto la vita a molti. Si sono scoperti uomini, maturando in fretta per raggiungere la meta finale. Stimoli trovati in fondo all’anima e portati alla luce, plasmando una dorata unità d’intenti.
Sorrisi.
Quelli che adesso spuntano sulle facce dei giocatori, attraversati da nuove energie e rivitalizzati da un’armonia e un’unione di benevolenza. Quelli che adesso si ammirano sui volti dei tifosi, che fin dal primo momento hanno abbracciato le maglie viola, coccolandoli nel dolore, ritrovando un senso a una stagione che sembrava perduta, un altro misero anno avaro di soddisfazioni.
Europa, senza nascondersi.
Il cammino è ancora lungo: mancano otto giornate e tante partite difficili, iniziando da quella contro la Roma. Spensieratezza, zero calcoli. Partita dopo partita. Parole facili ma vere, utili. Di questo ha bisogno la Fiorentina, continuare a marciare senza la pressione di dover dimostrare qualcosa. Già aver riaperto i conti è un miracolo, se si pensa a cinque partite fa.
Applausi finali.
Doverosi. Come detto, a Pioli, a tutti. Il cerchio che si è creato sembra magico. Firenze ci crede, ama i suoi ragazzi. Un patrimonio che non va depauperato. Pazientiamo, però. E non molliamo.