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  • Violamania: è così che doveva andare a Empoli. La Fiorentina sa rialzarsi, ma la smetta di cadere da ingenua

    Violamania: è così che doveva andare a Empoli. La Fiorentina sa rialzarsi, ma la smetta di cadere da ingenua

    • Federico Targetti
    Lo avevamo detto: se ben assorbita, la sconfitta di Empoli poteva portare con sé aspetti positivi da cui ripartire. Al K.O. in rimonta negli ultimi minuti subito al Castellani, però, si è aggiunta la rete da polli incassata da Gabbiadini, solissimo a centro area dopo un quarto d’ora della partita di ieri. Una sequenza, questa, che avrebbe steso molte squadre. Non la Fiorentina, che da lì in poi ha dominato in lungo e in largo, ci sentiamo di dire ben oltre il 3-1 maturato come risultato finale sulla Sampdoria. Dal 18 ottobre a oggi, per i ragazzi di Italiano otto partite, quattro sconfitte e quattro vittorie, in alternanza perfetta, i successi tutti in casa, i passaggi a vuoto tutti in trasferta. Quasi scientifico.
     
    PARADOSSALE – E che vittorie, quelle in casa. Spezia, Cagliari e ieri la Sampdoria sono state surclassate, l’unica delle tre che è riuscita a combinare qualcosa è stata la squadra di D’Aversa, all’inizio con il gol e alla fine con una parata di Terracciano a giochi ormai chiusi. Il Milan, invece, è una squadra superiore e il successo è arrivato anche con un po’ di sofferenza, colpi di bravura e di fortuna. E le sconfitte in trasferta? Contro Lazio e Juventus ci possono stare in linea di massima, ma sono state due partite incanalate sullo 0-0 che la Fiorentina ha perso per via di un momento di buio nel finale: a Roma Venuti che non assorbe il movimento di Pedro, a Torino Biraghi che si fa saltare secco da Cuadrado e, prima, Milenkovic che si fa espellere per un fallo evitabile su Chiesa. A Venezia l’unica sconfitta netta delle quattro, a Empoli quella più paradossale, in una partita dominata e letteralmente gettata nel cestino dell’immondizia in tre minuti. La Fiorentina, insomma, si accartoccia su se stessa quando non gioca in casa, come un fogliaccio appunto da buttare dopo averci scritto sopra il copione di una partita.
     
    LA PRIMA VOLTA – In questo senso, l’aver vinto in rimonta per la prima volta in stagione può aiutare ad invertire la tendenza in trasferta. Non è qualcosa che la Fiorentina non sa fare, le vittorie di Bergamo (soprattutto) e di Genova nelle prime giornate di campionato sono a testimoniarlo, ma bisogna ritrovare quelle convinzioni. Altrimenti, visto che il calendario, da che mondo è mondo, alterna una partita in casa e una in trasferta per la stragrande maggioranza della stagione, il giudizio sulla squadra gigliata rischia di essere sempre ondivago. Va bene che i viola sanno rialzarsi, ma non sarebbe molto meglio provare a non cadere, in maniera insulsa oltretutto? E’ veramente l’ultimo step sul quale Italiano deve lavorare. Una volta sistemata questa forma mentis, la Fiorentina, onestamente, non potrà più essere migliorata per quella che è al momento la rosa, già oltre le aspettative di inizio stagione. L’unico modo per migliorarla ulteriormente è investire sul mercato. Anche tenere in rosa per altri sei mesi il capocannoniere del campionato sarebbe un investimento, in un certo senso…
     
    E POI FINALMENTE TU… - Ci è voluto più di un anno. Una stagione maledetta da Covid, condizione precaria o assente, modulo inadatto alle sue caratteristiche. Poi ecco Italiano, il 4-3-3, e Callejon è rimasto a Firenze per riscattarsi. Difficilmente fuori dagli undici titolari, con prestazioni sempre intelligenti, utili, ma mai del tutto incisive, l’età è un fattore e i dubbi non sono spariti del tutto. Ma dopo la sosta di novembre il livello si è sensibilmente alzato. Sapiente contro il Milan, illuminante a Empoli non solo per l’assist vincente, redivivo ieri nella sua veste migliore, quella di rapace del secondo palo sulla palla lunga dalla parte opposta. Murru non era proprio in serata, c’è da dirlo, ma chi lo sa, è possibile che l’escalation iniziata dieci giorni fa prosegua. Se Sottil continua a fare l'Insigne... Come si suol dire, meglio tardi che mai. 
     

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