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  • Violamania:| Moratti, ci avessi ascoltato...

    Violamania:| Moratti, ci avessi ascoltato...

    Chi si ricorda a Firenze un pomeriggio così felice da essere stata festeggiato con colpi di clacson e fuochi artificiali, prima di quello di domenica scorsa a seguito della vittoria contro la Roma? E' difficile da spiegare a chi non vive quotidianamente la realtà fiorentina, ma il riferimento è a quella sera del luglio scorso quando l'ex tecnico Sinisa Mihajlovic sembrava ad un passo dal diventare il nuovo allenatore dell'Inter. Follia? Esagerazione? Provocazione in salsa toscana? Tutto e niente, perché il mister di Vukovar e i fiorentini non si sono mai presi davvero, specialmente sul piano dialettale. Mihajlovic più che un serbo tutto d'un pezzo è sembrato uno 'yes man' spaccone, esagerando con le frasi fatte e promettendo sogni irrealizzabili, un classico per chi ha tutto da dimostrare ma vuol far sapere al mondo quanto è 'bello e bravo'. Se Massimo Moratti avesse 'ascoltato' Firenze in quei caldi giorni d'estate ci avrebbe pensato un bel po' prima di scartare l'opzione Mihajlovic e affidarsi a Giampiero Gasperini. Il serbo sicuramente non avrebbe fatto peggio dell'ex genoano, e forse avrebbe saputo evitare scelte di mercato azzardate e caterve di scontri dialettici fra le diverse anime della Beneamata.

    Inter-Fiorentina di sabato prossimo, programmata cinque giorni prima del famoso 'tavolo della pace', sembra uno scherzo del calendario. Che fra il club nerazzurro e quello viola, al di là delle parole di circostanza, non ci sia feeling, è cosa nota, visto che - a parte il possibile affare Luca Toni, che cinque anni fa era ad un passo dal finire a Milano - non si sono mai concretizzati né abbozzati trasferimenti sull'asse Della Valle-Moratti. Peraltro invitiamo quest'ultimo, che tanto fa il superiore in vista del suddetto 'tavolo', a guardare nel proprio armadio prima di giudicare cosa c'è in quello degli altri. Che il patron dell'Inter parli con tanta superbia di quanto è avvenuto nel calcio italiano, facendo la figura dell'innocente, sembra una contraddizione evidente. La famiglia Della Valle - speriamo non solo per interessi personali - fa più che bene a voler partecipare all'incontro, perché in quell'estate del 2005 è stata infangata la sua onorabilità, e Firenze e la Fiorentina hanno pagato un prezzo fin troppo alto nel torneo successivo, che poi portò ad una salvezza striminzita. Senza fare dietrologia, fra una big come l'Inter e una 'medio-piccola' come la squadra viola, se uno dovesse aprire l'album dei ricordi arbitrali siamo certi che i vantaggi siano andati più a favore della prima che della seconda.

    L'augurio, tornando alla sfida di sabato prossimo, è che a decidere siano tutti fuorchè l'arbitro Tagliavento e i suoi assistenti. Per la prima volta dopo anni la Fiorentina si presenterà a San Siro con la consapevolezza che il 'colpaccio' è possibile. Lo dicono i segnali positivi in casa viola e quelli negativi in casa nerazzurra. Lo dimostra il lavoro che sta emergendo da parte di Delio Rossi, e lo si percepisce nell'entusiasmo della città, che ha sposato a pieno le idee di un tecnico che speriamo non sia arrivato troppo tardi. A San Siro occorrerà una gara attenta e lucida tatticamente. Speriamo che il tecnico gigliato abbia soprattutto studiato il 'perché' di quella mezz'ora anonima, fra il primo e il secondo gol alla Roma, perché concedere all'Inter lo stesso possesso palla dato ai giallorossi domenica scorsa sarebbe letale. Il successo alla 'Scala del calcio' manca da oltre undici anni. Stavolta, proprio in vista del 'tavolo' su Calciopoli, le motivazioni  in casa viola potrebbero raddoppiare. Anche perché martedì prossimo arriva a Firenze Diego Della Valle, e uno scherzetto all'ex amico Moratti sarebbe straordinariamente ben accetto, mai come quest'anno, da mister Tod's.

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