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  • Xavi in confusione e capitani a fine corsa: il Barcellona è ostaggio del passato

    Xavi in confusione e capitani a fine corsa: il Barcellona è ostaggio del passato

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    Qualcosa si è rotto nel Barcellona, ora le difficoltà sono gli occhi di tutti. Le crepe emerse in Champions League contro Bayern Monaco e, soprattutto, nel doppio confronto con l'Inter sono state ulteriormente aggravate dalla netta sconfitta nel Clasico di Madrid. E l'analisi parte, inevitabilmente, da Xavi. Ancorato al passato e al suo grande Barça osserva duro qualche commentatore spagnolo, totalmente in confusione sostiene qualcun altro. Quel che è certo, è che nel Barcellona battuto dal Real non ha funzionato praticamente nulla: pressing nullo, manovre offensive poco efficaci. Un grande caos certificato anche dai numeri di Xavi, che dopo 50 partite alla guida dei catalani fa peggio dei suoi predecessori: 28 vittorie conquistate, meno anche di Ronald Koeman (33) nonostante l'olandese avesse una rosa nettamente inferiore dal punto di vista qualitativo, senza scomodare Pep Guardiola (37) o Luis Enrique (42).

    FINE DELLA CORSA - Le scelte dell'ex centrocampista sono il principale tema di dibattito odierno negli ambienti catalani, che hanno individuato un altro bersaglio di feroce critica: i capitani, diventati più che un valore aggiunto una sorta di tassa da pagare. Jordi Alba e Gerard Piqué sono stati degradati a ultime scelte nei loro ruoli, con il centrale rispolverato solo per l'emergenza infortuni che ha colpito il centro della difesa, Sergio Busquets e Sergi Roberto sono gli unici ad essere impiegati con continuità nonostante un rendimento ai minimi storici. Se Piqué è stato protagonista in negativo nel pareggio con l'Inter al Camp Nou, lo stesso si può dire di Busquets nel Clasico. Non a caso, i tifosi invocano il taglio dei capitani per dare più spazio a giovani affamati e più funzionali, soprattutto a centrocampo dove De Jong cerca il rilancio e Gavi la consacrazione definitiva. Dagli stipendi al campo, i veterani restano un tema di discordia preponderante in casa blaugrana.

    NERVI TESI - Al Barcellona sembra quasi però che non si vogliano notare i problemi. Xavi, dopo la partita del Bernabeu, ha ribadito come la squadra sia stata sfortunata contro l'Inter e abbia "dominato" il Clasico, frasi che mal fotografano la realtà dei fatti e hanno destato forte perplessità tra gli addetti ai lavori. L'ambiente in casa Barça però si fa sempre più nervoso, a tratti isterico e lo si percepisce dall'atteggiamento nei confronti delle decisioni arbitrali. Dall'Inter al Real, perché se dopo la sfida di San Siro Xavi aveva tuonato e gridato allo scandalo per il mancato rigore per mani di Dumfries (si era ipotizzato anche un esposto alla UEFA), il presidente Joan Laporta è andato oltre a Madrid: a fine partita si è recato negli spogliatoi degli arbitri chiedendo spiegazioni con toni accesi, finendo per essere allontanano (prenderà una multa). Qualcosa si è rotto, ma la stagione non è andata: nonostante l'accesso agli ottavi di Champions sia ormai un miraggio e la retrocessione in Europa League sia lo scenario più verosimile, in Liga tutti i discorsi sono aperti (quella nel Clasico è la prima sconfitta in campionato). Servono correttivi da Xavi, liberare il gioco per favorire Lewandowski ha la priorità così come rilanciare l'ambiente dal punto di vista emotivo. Un taglio con il passato e un salto in avanti: il Barcellona ora chiede questo.

    @Albri_Fede90

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