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  • 2000 ore di volo per 80 milioni di euro, l'addestramento dei militari dell'aeronautica è più caro di Ronaldo

    2000 ore di volo per 80 milioni di euro, l'addestramento dei militari dell'aeronautica è più caro di Ronaldo

    I piloti dell’Aeronautica militare italiana hanno superato le 2000 ore di volo nell’addestramento con gli F-35A presso il Pilot Training Center (PTC) di Luke Air Force Base in Arizona. E allora? Be’ considerato che un’ora di volo vale circa 40.000 euro c’è da domandarsi se questo scialo da 80 milioni di euro (in pratica il prezzo pagato dalla Juve per Cristiano Ronaldo), a maggior ragione in questo momento di crisi gravissima, sia così necessario.
    Il colonnello Daniele Mastroberti, comandante della Rappresentanza Militare Italiana non ha dubbi: “2.000 ore di volo -ha detto- sono un traguardo importante a testimonianza di come le sinergie in atto fra la componente manutentiva statunitense e la Sezione Tecnica di Luke siano una realtà solida e ben rodata, che permette di mantenere alti livelli di efficienza e disponibilità dei velivoli, garantendo significativi ritorni addestrativi ed operativi”.

    E’ l’ennesimo buco nero che inghiotte risorse ingenti, considerate “irrinunciabili” da questo governo e da tutti quelli che lo hanno preceduto.

    Ma non è l’unico: sempre a Luke si stanno addestrando anche i piloti della Marina militare con gli F-35B a decollo corto che verranno prossimamente imbarcati dalla portaerei Cavour. Questo vascello divora addirittura duecentomila euro al giorno nel suo “irrinunciabile” navigare e centomila quando è fermo nel porto.

    La scandalosa attitudine a sostenere ed autorizzare il lucroso trasferimento di armi e sistemi d’arma e Paesi e regimi criminali (Turchia, Egitto, Arabia Saudita) o a Paesi come gli Stati Uniti - motore della corsa agli armamenti globale – è a quanto pare una necessità anche di questo governo. La politica governativa e d’opposizione, trasversalmente, fa spallucce perché, si dice, Leonardo è un’industria strategica per il Paese.

    Eppure non sembrerebbe: il fatturato di Leonardo valeva 12,2 miliardi nel 2018 ma di questi solo il 15% veniva prodotto in Italia. Tutto il resto è stato generato all’estero (principalmente Stati uniti e Regno Unito) in impianti acquisiti e direttamente controllati dall’azienda. Nel 2018 il fatturato di Leonardo in Italia valeva poco più di 1,8 miliardi di euro corrispondenti allo 0,1% del Pil che di miliardi ne valeva 1753,9.

    Questa multinazionale italiana non produce quindi un granché in termini di ricchezza generale nel nostro Paese ma ne diventa comunque, a detta del suo Amministratore delegato Profumo, “strumento della politica internazionale”.

    Forse è arrivata l’ora, soprattutto con i sacrifici e le ristrettezze economiche che ci attendono, di aprire un dibattito serio e conseguente, senza censure o timori, sulla revisione generale di tutto il comparto Difesa e sul concetto stesso di Difesa ed “interesse nazionale”.

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