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  • 2020, Roma: il calcio può ridare lustro a una città in ginocchio

    2020, Roma: il calcio può ridare lustro a una città in ginocchio

    • Franco Recanatesi
    Caro 2020, quando passerai a Roma, chiudi gli occhi e tappati il naso. Ma fai attenzione alle buche. E se prendi un autobus portati una bombola anti-incendio. E se vedi gabbiani grossi come maiali appollaiati sui cassonetti, passa oltre: sono le loro mangiatoie. E se di notte alla Garbatella o al Tiburtino vedi dei quadrupedi per le strade, gira alla larga, possono non essere cani, ma cinghiali. Ma se senti puzza è inutile che cambi direzione perché i sacchetti dei rifiuti sono strategicamente sparsi ovunque. E se cerchi di aggirare il centro per risparmiare tempo, sappi che gli ingorghi del traffico li trovi ovunque, anche oltre il raccordo. 

    Benvenuto a Roma, 2020, Roma che il primo quinto del secondo millennio ha ridotto da città delle meraviglie a città della fuga. Lo sai dove ha collocato Roma l’Expat City Ranking di Internations, la più grande comunità di espatriati nel mondo che stila annualmente le migliori e le peggiori città del mondo in cui trasferirsi? Reggiti forte: 81esima su 82. Solo Kuwait City è più schifata. E conosci la posizione della nostra capitale nella classifica nazionale di “Italia oggi” fatta in collaborazione con l’Università “la Sapienza”? Reggiti ancora più forte: 76esima su 107.

    Mi dispiace presentarti un quadro così desolante della “Caput mundi”. Già, una volta. Che cosa è successo perché sia meglio vivere a Dakar piuttosto che all’ombra del Colosseo? Un malefico cocktail di politica, malavita e strafottenza dei cittadini,  agitato dagli ultimi quattro amministratori della città, dopo che Carraro, Rutelli e Veltroni avevano in qualche modo tenuto in piedi il prestigio della Città Eterna. Alemanno ha dato le prime picconate, poi Marino, infine l’apoteosi della decadenza firmata dalla Raggi. 

    Mica è solo colpa loro, caro 2020: per i motivi accennati, amministrare Roma è più difficile che costruire il ponte di Messina o spettinare Trump: Roma ha un’irresistibile attrazione verso la lotta di potere (Palazzo Chigi, Vaticano, famiglie mafiose, aziende comunali) e un altrettanto patologico egocentrismo che tracima nella maleducazione e sempre più spesso nella violenza dei suoi abitanti. 

    A chi affidare un compito così grave? I partiti (e i cittadini) sanno chi scegliere. Un attivista della destra più radicale, per tre volte arrestato negli anni di piombo (ma sempre prosciolto), patron della ditta “Euroservice” che si occupa di edilizia e lavoro giovanile. Dopo i suoi disastri, ecco Ignazio Marino, medico specializzato in chirurgia generale e vascolare. Dulcis in fundo, Virginia Raggi, prima donna a capo di Roma (che prova di democrazia, che modernità!), avvocato di complemento negli studi legali di grande spicco, specializzato in diritto civile. 

    Ecco: un imprenditore, un medico e un’avvocatessa, gli ultimi due con un tirocinio breve nella politica. Perché mai avrebbero dovuto emergere come amministratori di una delle capitali più complicate del mondo? Con quali titoli? Attraverso quali esperienze? Perché una competenza specifica non viene mai richiesta?

    Detto tutto questo, e con le lacrime agli occhi, dico: quant’è (era) bella Roma. E’ come una gran dama che si allontana arruffata e vestita di stracci. Può tornare come e più bella di prima, di nuovo a far girare la testa al mondo? 

    Io non me la sento di uccidere la speranza. E da uomo di sport immagino un mio orizzonte roseo con ciò che lo sport capitolino sta promettendo. Caro 2020, preparati a ricevere gli sguardi di milioni di spettatori sugli Europei di calcio dal 12 giugno allo stadio Olimpico; e ancor prima, a primavera, sulla Maratona (Run Rome the Marathon) che i nuovi organizzatori stanno proiettando verso le più importanti del calendario mondiale; e sul GP di Formula E, che nelle previsioni raddoppierà gli spettatori; e gli Internazionali di tennis, con un top Ten, un Top 15 e altri sei azzurri nei primi cento, record storico.

    E poi …. E poi …. Dopo tanti anni cupi, le due squadre romane respirano l’aria dell’alta classifica, ma quella alta davvero, quella che soffia sulla Champions e non solo… La Lazio sogna – perché no - e in attesa di allungare la striscia di otto vittorie in campionato, copia e incolla la vittoria sulla Juve di due settimane prima. La Roma segue a ruota, meno brillante ma che, come la Lazio, ha trovato oramai la quadratura del cerchio: quattro vittorie e un pari nelle ultime cinque partite, quarta in classifica, gol a grappoli.

    Caro 2020 io ti chiedo, a nome del calcio romano, due qualità da non smarrire: lo stato di forma di entrambe attraverso quello di giocatori straordinari come Pellegrini, Zaniolo, Dzeko, come Luis Alberto, Immobile, Correa; la lucidità raggiunta dai due allenatori raggiunto attraverso applicazione, intelligenza, competenza (a proposito …).

    Inzaghi ha saputo plasmare il suo gioiello nell’arco di oltre tre anni, non solo puntando sempre sugli stessi uomini, ma modellandoli su un modulo che riteneva e ritiene il più congeniale ad un calcio moderno e alle caratteristiche dei giocatori in rosa. Sfido chiunque a cambiar ruolo a ragazzi milionari e celebrati quali Luis Alberto e Milinkovic facendoli sorridere, sfido chiunque a non mollare Caicedo già in partenza, a rimanere in ginocchio per mesi (e nel caso dell’ala per due anni!) davanti a Lotito e Tare per innestare Acerbi e Lazzari nel corpo della squadra. Risultato: centrale ed esterno hanno elevato tasso tecnico e velocità della manovra, la Lazio gioca il calcio più offensivo della serie A e occupa il terzo posto in classifica. Cosa le manca? Un paio di ulteriori certezze in panchina, pur non dovendo sopportare impegni europei.

    La Roma accusa un lieve ritardo perché ha scelto un tecnico che conosceva poco il campionato italiano e fra gli ostacoli naturali ha dovuto affrontare anche una catena impressionante di infortuni. Tornati tutti, o quasi, in campo, la squadra ha preso a volare e pur senza un gran goleador a collezionare gol. E’ stato proprio bravo Fonseca a impiegare neanche cinque mesi per capire come vanno le cose a Roma e nel calcio italiano. A suo merito aggiuntivo: la Roma ha un presidente fantasma ed emissari che si avvicendano più rapidamente degli assessori della Raggi.

    Vedi quanto sei ricco, caro 2020? C’è sempre chi rema contro, chi sciupa occasioni storiche facendo cadere la candidatura olimpica, chi vorrebbe ridurre il Foro Italico a sala convegni. 

    Eppure, dammi retta 2020, la passione sportiva può riuscire laddove falliscono gli inciuci di Palazzo (e te credo).

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