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  • Ancelotti: 'A Napoli c'è progetto, investiamo sui giovani per vincere'

    Ancelotti: 'A Napoli c'è progetto, investiamo sui giovani per vincere'

    Ospite dell'Università Tor Vergata di Roma, Carlo Ancelotti è stato premiato nella 17esima edizione del premio Tor Vergata Etica dello Sport. Il tecnico del Napoli ha parlato della cultura dello sport in Italia, le sue parole riportate dall'edizione online de La Gazzetta dello Sport: "Anche se è sempre più difficile e complicato, voglio che il calcio resti quello del quale mi sono innamorato quando ho cominciato all’oratorio. Questo sport non deve essere inquinato, non bisogna allontanarsi da quelli che sono i valori, sia mentali che fisici, che lo contraddistinguono. Avevo portato mio figlio nelle giovanili del Milan, ma era evidente che, per le qualità che aveva, non poteva giocare lì. Lo sport però non ci insegna a competere con gli altri, ma anche con se stessi. Bisogna imparare a superare i propri limiti fisici e mentali. Non tutti nascono Messi o Ronaldo. Per me lo sport è una grande scuola di vita, questo premio mi motiva a continuare. Sono stato tanti anni all’estero, credo che altrove siano molto più avanti di noi nella cultura sportiva. In due anni in Inghilterra non ho mai ricevuto un insulto, qui invece ci insultiamo ancora".

    STADI - "Non voglio dire di sbloccare i cantieri perché farei politica, ma i nostri impianti devono migliorare, specie il San Paolo. Nonostante tutto i miei anni all’estero mi hanno fatto capire quanto è bella l’Italia".

    NAPOLI - "Il progetto a Napoli c'è. La società ha preso una squadra fallita e ora è stabilmente in Champions e non ha debiti. Stiamo attenti a non fare il passo più lungo della gamba. C’è la volontà di crescere, di vincere, ma stiamo anche attenti a rispettare le regole che ci impongono. Stiamo investendo nei giovani, come dimostrano Meret e Fabian Ruiz. Questo è il nostro piano per arrivare a vincere".

    MIGLIOR GIOCATORE MAI ALLENATO - "Pensiamo solo ai portieri: ho avuto Peruzzi, Van Der Saar, poi Buffon, Dida, Abbiati, Cech, Sirigu, Casillas, Diego Lopez... Credetemi, è impossibile sceglierne uno solo. Se dicessi Ronaldo mi scorderei Ronaldo il brasiliano, Drogba, Inzaghi che con me ha fatto 300 gol, Sheva...".

    ISTANBUL - "La sconfitta contro il Liverpool? Non mi prendo mai troppo sul serio. In una partita di calcio possono succedere tre cose: si può vincere, pareggiare o perdere. Di peggio non può succedere nulla. A Istanbul abbiamo perso male, ma senza il supporto della società sarebbe finita. Il Milan in quell’occasione si comportò da società, capendo che avevamo giocato bene anche se il risultato non ci aveva premiato. Da lì siamo ripartiti".

    ROMA - "Tornare a Roma per la panchina giallorossa? Sono giovane, molto giovane. Sono arrivato a Roma 40 anni fa, è stata una bellissima esperienza che ricordo fino in fondo anche perché il ginocchio mi fa male ogni giorno".

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