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  • Napoli, Ancelotti svolta con Mertens e Zielinski: ora resta da tagliare Hamsik

    Napoli, Ancelotti svolta con Mertens e Zielinski: ora resta da tagliare Hamsik

    • Giancarlo Padovan
    Sono ragionevolmente persuaso che la vittoria in rimonta del Napoli sul Milan, sabato scorso, alla seconda giornata di campionato, segnerà una svolta nella stagione della nuova squadra di Ancelotti. Al 18' del secondo tempo, con i suoi sotto per 2-1, l'allenatore emiliano ha inserito Mertens per Hamsik, apportando una modifica tattica destinata a ridefinire l'assetto futuro degli azzurri. Ancelotti è così passato dal 4-3-3 al 4-2-3-1 con Milik unica punta e un trio di trequarti composto da Callejon a destra, Insigne a sinistra e Mertens in mezzo, dietro al polacco che, come amano dire ora i telecronisti e le loro “voci” tecniche, agiva tra le linee difensive avversarie. Davanti alla difesa un doppio mediano: Allan, stratosferico per intensità, pressione e palle recuperate insieme a Zielinki, prima, e a Diawara, poi.

    Chi pensa che quest'ultimo sia, per caratteristiche di gioco, più adatto di Zielinski a sostenere un  centrocampo a due, si sbaglia. Il polacco, infatti, oltre a segnare due gol e a sfiorarne un terzo, è stato – fonte La Gazzetta dello Sport di domenica 20 agosto – il giocatore che ha catturato più palloni di tutti (11), persino più di Allan. Sinceramente non so se Ancelotti avesse studiato questa soluzione o se essa sia stata dettata dalla necessità (di recuperare) e dall'intuito (di dover rischiare una formazione più offensiva). Quel che so con certezza è, leggendo anche la stampa napoletana, che Ancelotti lo riproporrà con frequenza, forse già dalla prossima partita di domenica a Genova con la Sampdoria. Di più: se, come credo, continuerà a funzionare, avrà risolto in un colpo solo il problema del sistema di gioco e dei suoi interpreti.

    C'è un'unica controindicazione a questa strategia e si chiama Marek Hamsik, simbolo e capitano del Napoli, trattenuto quasi a forza dallo stesso Ancelotti quando, nella scorsa finestra di mercato, il passaggio ad un facoltoso club cinese sembrava cosa fatta. Non solo. Scese in campo persino il clan dello slovacco per mitigare le pretese di De Laurentiis e consentire un addio concordato, quasi soft, proprio perché Hamsik aveva coniugato la sua esperienza al Napoli con la serietà e, soprattutto, la fedeltà e l'attaccamento alla maglia. Meritava, insomma, un'uscita di scena degna del rispetto che aveva dato. Ma Ancelotti si è opposto pensando di trasformare Hamsik da mezzala a centrale basso di centrocampo, cioé il ruolo che Jorginho aveva con Sarri. Non si può ancora dire che l'esperimento sia fallito (serve tempo non solo per realizzarlo, ma anche per giudicarlo), però Hamsik sabato è stato forse il peggiore e, come detto, il Napoli ha cambiato ritmo, modulo e risultato proprio dopo la sua sostituzione.

    E' chiaro che, mentre nel 4-3-3, o gioca Hamsik, o gioca Diawara, ma Mertens non trova posto, con il 4-2-3-1, il belga può convivere sia con i due esterni sia con Milik. Qualcuno già lo chiama  “Napoli a quattro stelle”, forse dimenticando che se ne spegnerebbe una (Hamsik) destinata a giocarsi il posto con Zielinski e Allan (senza dimenticare Fabian Ruiz, costato trenta milioni). Se davvero accadrà tutto questo, cioé se lo slovacco venisse sostanzialmente accantonato, prevedo una legittima, doppia decisione: la partenza di Hamsik per la Cina con l'assenso (e forse uno sconto) della società. In pratica si riproporrebbe lo scenario dell'estate con un finale diverso. Amaro, certo, ma inevitabile. Anche perché mi viene da pensare che il giocatore, richiamato dagli ingaggi cinesi ma anche da un calcio meno pressante, se la sentisse. Ancelotti ci ha provato e non può essere biasimato per questo. Anzi, aveva il dovere di fare ciò che ha fatto, solo che adesso un'altra strada è stata tracciata. E bisogna percorrerla con convinzione.

    @gia_pad

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