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  • Artificial Intelligence Analyst: AI, l’assistente virtuale contro i rischi del web e le fake news

    Artificial Intelligence Analyst: AI, l’assistente virtuale contro i rischi del web e le fake news

    • Valeria Grassi
    Una nuova tecnologia nata dalla società Deephound che supporta l’analista in rete

    Una rivoluzione nel campo dell’intelligenza artificiale, AI (Artificial Intelligence) nasce con lo scopo di contrastare le fake news e frodi finanziarie, velocizzando la fase di analisi. Ad annunciare l’arrivo della piattaforma è Deephound, tech company italo-inglese fondata nel 2018 da tre ragazzi romani, Alessia Gianaroli, Rosbeh Zakikhani e Marco Menichelli, con sede a Londra e – da pochissimo – sbarcata anche nella Capitale.

    "Deephound nasce come laboratorio di analisi sulle fake news, ma ben presto ci siamo accorti che il mercato non era ancora pronto per considerare il fact-checking come servizio e ad acquistarlo in quanto tale, quindi abbiamo deciso di spostarci sulla business intelligence", spiega Rosbeh Zakikhani, uno dei tre fondatori. 

    Su internet circolano miliardi di informazioni e contenuti provenienti da varie fonti: la capacità di valutare l’affidabilità di queste ultime, di ciò che veicolano e quindi individuare i relativi autori è una delle principali attività dell’analista di intelligence.

    La piattaforma fonde l’Open Source Intelligence, ovvero la capacità di analizzare e verificare informazioni in rete, con il Deep Insight (procedure legate alle scelte umane), in modo tale da offrire strumenti e tecnologie del tutto autonomi e controllati dall’analista virtuale. 

    AI automatizzerà il 75% del lavoro umano, supportandolo nelle attività di ricerca e analisi dei dati, lasciando al ricercatore vero e proprio la fase di controllo e verifica delle informazioni: è uno strumento capace di minimizzare i rischi nel mondo online e di equity crowfunding. 

    “Abbiamo progettato questa piattaforma con l’obiettivo di superare i fattori che limitano le attività dell’analista esperto – conclude Rosbeh – ma al tempo stesso prendendone a modello le migliori qualità come la competenza, la metodologia e la capacità autonoma di apprendimento”.

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