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  • Atalantamania: che cinquina di Natale, ma è un Milan da Serie B!

    Atalantamania: che cinquina di Natale, ma è un Milan da Serie B!

    • Marina Belotti
    L’Atalanta parte lenta, sempre, e spaesata pure. Ogni fischio d’inizio è un trauma e lei un diesel che fatica a carburare. Se va bene, si salva in corner grazie ai tuffi carpiati di un Gollini sempre più Azzurro, se va male, è sotto di due reti al tè del break. Soltanto due squadre sono riuscite a farla correre e dominare fin dal 1'. Una è il Brescia, candidato alla Serie B. L’altra è il Milan- il gemellaggio deve avergli fatto male- candidato a…No, in B alla fine non ci andrà, ma il confronto con l’Atalanta è così impari da farla apparire un’amichevole del giovedì. 
     
    POVERO DIAVOLO- E dispiace persino, alla fine, per i rossoneri. Un tempo, sarebbe stato addirittura impensabile anche solo sognare che la provinciale messa in ombra dal Duomo battesse un Milan campione d’Italia. Per il pareggio, avrebbe firmato tutta Bergamo, ma anche solo per segnargli un gol contro. Da piccola, ricordo di una partita epica in cui clamorosamente l’Atalanta si ritrovava in vantaggio di 3-0. Neanche ve lo dico che alla fine, nel giro di pochi minuti, il Milan recuperò tutti e tre i gol. Battere 5-0 premendo il tasto ‘Canc’ con il Milan di otto anni fa sì che sarebbe stato epico e miracoloso. Ma così, con una squadra da due tiri in porta e un paio di corner in 90’, non vale poi così tanto. Persino Muriel, a digiuno e in crisi, è riuscito a segnare.
     
    LA RIVOLTA CONTRO GLI EX- E dispiace soprattutto per gli ex, che hanno innalzato per la prima volta dopo tanto, troppo tempo, l’Atalanta nei cieli d’Europa, salvo poi precipitare in un team che doveva essere ‘Big’ ma che di grande ha solo il centro sportivo. Penso a Caldara e alla sua doppietta storica a Napoli, che era partito dalla sua Bergamo per rincorrere la Nazionale e un posto da titolare nella Juve ed è stato girato a un Milan sempre più piccolo, martoriato dagli infortuni tra panca e tribuna. Penso a Conti, uno dei terzini migliori passati per di qua, che pensava di trovare la Champions abbandonando una Dea da Europa, e invece non ha trovato né l’una né l’altra ma si è ritrovato di fronte un Papu ancor più forte. Poi penso a Kessie, Bonaventura e anche a Donnarumma, che non ha colpe sul cuore ma una manita sulle spalle. Il Milan di oggi si è specchiato nell’Atalanta di ieri e nel suo riflesso ha visto il Grande Milan del passato, con un presidente lungimirante e primo tifoso, un allenatore che ha fatto della città la sua realtà, grandi giocatori, numeri alla Messi e un attacco da 99 gol all’anno. Il Milan, ieri pomeriggio, si è rivisto di verde vestito. 


    CONTO ALLA ROVESCIA- ‘E adesso, dove può arrivare questa Atalanta?’, hanno chiesto a raffica nel post gara a mister Gasperini. Forse ancora in Champions, la sua risposta, sicuramente si punta all’Europa cercando di migliorarsi. Come ha fatto in questi mesi la difesa-Palomino ora è un muro di granito- e l’attacco che crea e concretizza. Le giocate di Gomez e Ilicic sono da manuale per i campetti, impresse in pellicole che saranno viste e riviste dai bimbi delle scuole calcio. Che magie, che gioco, che dominio in questa cinquina della Tombola natalizia. Il 2019 è stato l’anno dei record, difficile pensare che il 2020 possa andare meglio di così, ma il conto alla rovescia lo iniziamo lo stesso. E allora 5, per ripartire dai gol messi a segno al Milan, 4, le ore per raggiungere Firenze, primo passo per strappare una volta per tutte quella Coppa tricolore, 3, i mesi in cui è stato fuori Zapata, che la Befana ci dovrebbe finalmente riportare, 2, l’andata e il ritorno degli ottavi contro il Valencia per un’impresa che continua e 1, l’innesto di lusso del prossimo mercato invernale che tutti attendono. Eccolo quindi il 2020, ricco di speranze e buoni propositi che solo la Dea può far avverare tra i primi fuochi d’artificio. Come quelli sparati ieri pomeriggio nei cieli tersi di Bergamo.

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