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  • Atalantamania: corsi e ricorsi

    Atalantamania: corsi e ricorsi

    C'è l'Atalanta che ti fa gioire e quella che ti induce a scervellarti tra tanti interrogativi. C'è l'Atalanta che rinasce e vince che è un piacere, batte la Lazio e mette alle corde l'Inter. Poi, nemmeno una settimana dopo, è una Dea da farti andare di traverso il pranzo, che a Livorno pare spenta come a inizio stagione, che pare tanto brutta da non essere vera.

    Servirebbe un'introspezione profonda, o fors'anche il lettino di Freud, psicanalisi applicata alla sfera che rotola. Dal tracollo, a Livorno, ci ha salvato Lionel. No, non Messi: di cognome, quel Lionel, fa Scaloni. Ex separato in casa, esodato della fascia destra, provvidenziale al Picchi, certezza nell'emergenza. Già, l'emergenza: accompagnerà la Dea anche col Bologna.

    Yepes ko, Lucchini incerto, e la lista degli infortunati si allunga. E, non bastasse, occorre sommarvi il borsino degli squalificati: se lo stop di Carmona era lapalissiano, ecco quello inatteso di Denis. Da reinventare c'è il reparto avanzato, e il ruolo di supplente del Tanque pare già assegnato. Livaja di nuovo titolare, Livaja dal primo minuto come riferimento di un attacco che anche quest'anno vive delle cannonate del panzer argentino. La scena tutta per il talentino croato. 

    Contro il Bologna, e tu chiamale se vuoi coincidenze. Cambia un po' la sceneggiatura, muta il protagonista, ma la trama non è certo diversissima: si riavvolga il nastro al marzo 2012, una domenica con gli emiliani in gita a Bergamo e un carrarmato fermo al box. C'era un talentino da aspettare, un certo Manolo Gabbiadini alla caccia del primo gol in serie A. Per Livaja non è una questione di reti e numeri, il rito della prima volta è già superato: quel che serve è la consacrazione. Be', a Gabbiadini quella volta era andata bene: chissà che la storia non si ripeta.

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