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  • Atalantamania: Dea in zona rossa, ma contro l’Inter le cose cambieranno. E di molto…

    Atalantamania: Dea in zona rossa, ma contro l’Inter le cose cambieranno. E di molto…

    • Marina Belotti
    Sono i corsi e i ricorsi della storia nerazzurra. Sette sfere raccolte nel sacco di San Siro, Europa League conquistata. Quattro affondi dagli 11 metri del Copenaghen, terzo posto da Champions raggiunto. Cinque cannonate di Aguero&Sterling a Manchester, Final Eight a Lisbona prenotata. A un certo punto della stagione, la Dea riceve sempre in 'Eredità' una bella scossa, crolla e si ricostruisce, su nuove basi, per nuovi obiettivi, sempre più grandi. Peccato che, la manita di ieri, assomigli di più a quel poker giustiziere di Zagabria. Sarà perché l’attacco non si è mosso di un millimetro-Zapata a parte-sarà perché gli esterni giocavano a ‘Guardie e ladri’ senza fare mai la parte di chi scappava, sarà che la difesa-Djimsiti a parte-non si è mai caricata come un toro alla corrida alla vista dei reds, rifuggendo da Salah-Mané-Jota neanche fosse zona rossa. La svolta, questa volta, deve essere più drastica: tra quattro giorni arriva un Inter a un passo dal baratro. Bisogna approfittarne prima della sosta.
     
    CR7? NO, DJ20- Ma ‘Chi l’ha visto?’ quel nazionale portoghese, vice Cristiano Ronaldo, mentre sgattaiolava felice verso la rete per 65’? E’ sempre lì, sul 3, come i gol messi a segno nelle ultime 3 gare prima dell’Atalanta, come le reti insaccate nella sola gara contro l’Atalanta. Li vale tutti quei 45 milioni l’ala del Liverpool che è riuscita a scansare l’assistman Firmino e si prepara a farlo con CR7 in Nazionale. DJ20 suona bene, il ventitreenne farà strada, tra missili e cucchiai si prenderà il Liverpool e il Portogallo.
     
    IN RISERVA- Ma torniamo a noi, ai 4,5 a piovere in pagella e a una constatazione che dice tutto: Sportiello, che ne ha presi 5, ha rischiato quasi la sufficienza per le belle e numerose parate con cui ha evitato, almeno, la maledizione dei 7 nello specchio frantumato. Se non di più. Oltre che riflettere, la Dea deve agire. Sulla sua difesa, che a 3 non basta più contro i campioni del mondo, figurarsi se poi due terzi dei componenti vanno a viole. Sugli esterni, che si fanno soffiare via la sfera e se in campo non c’è Gosens vanno in palla. Sull’attacco, che in tandem dà troppi punti di riferimento. Ma, soprattutto, sulle gambe che non pedalano più: dove sono finiti i corridori nerazzurri, intensi ed aggressivi? Anche le poche volte che Georginio regalava palla, bastava contare fino a 5 e la Dea l’aveva già persa. Sulla mediana, se andava bene. E non può essere imputato solo alla freschezza e alla mancanza di pressioni, se Ruggeri, Lammers, Pessina e Malinovskyi hanno fatto meglio di tutta la squadra messa assieme nei pochi minuti dentro al campo. Sono le riserve ad avere più fame. Del terreno verde, della sfera ai piedi, degli occhi dell’Europa e di quelli di mister Gasperini. Che può dargli fiducia anche in partite importantissime, come la prossima contro un Inter dal morale sotto i tacchetti. Con Gollini, Ilicic, Miranchuk e Romero (ieri tutti in panca) e alcuni dei quattro sopracitati in campo, può venir fuori davvero tutta un’altra partita. Un azzardo magari, schierarli subito contro i più grandi. Ma non era forse avventato anche quel Caldara-Conti-Gagliardini-Petagna del 2 ottobre 2016 contro il Napoli? Corsi e ricorsi della storia nerazzurra.

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