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  • Atalantamania, è la Dea a essere Olympique: sul tetto d’Europa

    Atalantamania, è la Dea a essere Olympique: sul tetto d’Europa

    • Marina Belotti
    Primi del girone. Quando nel libro su cui l’Atalanta sta scrivendo la storia, sembra giunta la parola (lieto) fine, ecco che si aggiunge un altro capitolo. Bastava partecipare, a questa Europa League. Bastava passare il girone e, ieri sera, bastava uno 0-0 o un 1-1 per farlo da capolista. E invece no, la Dea vuole e dà il massimo, esplodendo in una performance forte e vivace, come quei fuochi d’artificio che, dietro lo sventolio di bandiere bianche, si sono elevati nel cielo nero di Reggio Emilia dalla curva nerazzurra. Perché l’Olympique Lyonnais sarà anche al secondo posto della Ligue 1, ma noi siamo primi del girone più ostico di Europa League: la Dea è nell’Olimpo, sopra tutte quelle le bandiere bianche che, guarda caso, paiono nuvole.
     
    ALTRO CHE SERIE A…-L’Atalanta è testa di serie in Europa. E non solo nel suo girone: soltanto lo Zenit ha fatto meglio dei 14 punti della Dea. Un sogno che non accenna a finire perché la Dea ci ha preso gusto e quando scende in campo per l’Europa cambia spirito e abito, a misura di Coppa. È un’altra Dea quella europea, quando gioca con le big è ancora più grande, non esiste più un primo tempo da leoni e una ripresa di delusioni, l’Atalanta di Coppa va forte in entrambi. Non succede mai che si abbatta, che lasci un’ingenuità alle spalle: la Coppa è per i recuperi, i giochi di palla, la sfera a terra, i lanci che trovano i compagni dall’altra parte della fascia. La Coppa è fatta per le parate miracolose di Berisha su Diaz e Fekir, per i colpi di schiena di Toloi che salvano la porta. La Uefa è la competizione in cui Caldara, poco lucido nelle ultime partite, ritrova la sua migliore prestazione. Dove Petagna, il bomber che non segna, lascia il segno di testa per la testa di serie. Altro che serie A, l’Atalanta è fatta per l’Europa.
     
    DEA EX MACHINA- La macchina da gol doveva essere il Lione, che invece rimane a secco per tutti e 94’. E verso la fine del match quasi non sapeva chi cambiare il Gasp: Cornelius per una spinta in più davanti? No, ci ripensa: Gomez tiene duro nonostante l’infortunio, Hateboer è indiavolato, Kurtic divora gli spazi. Allora Palomino, per una difesa a quattro di cui non ce ne era nemmeno bisogno, grazie al lavoro di contenimento del muro. Perché è l’Atalanta, a conti fatti, la vera macchina perfetta: mantiene per 80’ il risultato, si avvicina alla doppietta, regge il pressing alto, vanta il possesso palla e cambia gioco da destra a sinistra con agilità, grazie al dinamismo di Freuler, Ilicic e Gomez. E pensare che il capitano del Lione, alla vigilia dell’andata, non sapeva nemmeno chi fosse…
     
    EURODEA- Se non è Europa non ci piace, quindi. Lunedì però saremo ospiti a Marassi, con tutt’altro morale: l’ultima volta ne prendemmo tre, ma non avevamo alle spalle un primato europeo. La Coppa Italia servirà a dare minutaggio a chi per ora ha giocato meno (tanti, in una rosa di 26 giocatori), il campionato a dare stabilità senza per forza rincorrere l’Europa. Quello lo stiamo già facendo ora, e lunedì alle 13 avremo gli occhi incollati ai bussolotti di Nyon. Per vedere dove prenotare il prossimo volo, per vedere quanto sarà ostico il nostro cammino. Si spera di incontrare lo Steaua Bucarest o il København e non Celtic o Dortmund, altrimenti, sarà comunque un onore uscire contro un’avversaria ostica. Ah, già, l’avevamo pensato anche al sorteggio del girone ‘E‘ del 25 agosto: chi l’avrebbe mai detto che la gloria l’avremmo raggiunta noi. “Chiunque esce contro di noi, deve temerci”, sentenzia il mister, e ha ragione. Sotto a chi tocca, dunque: noi siamo in alto. ‘La Dea est Olympique’.
     

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