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  • Atalantamania: l’anti Superlega beffa tutte e guarda in su, e ora chi vuole Muriel?

    Atalantamania: l’anti Superlega beffa tutte e guarda in su, e ora chi vuole Muriel?

    • Marina Belotti
    Pensate che dalle Mura in giù si sognino un gol del consanguineo Gallo per spegnere il chicchirichì della banda di Gattuso? Pensate male. La sveglia semmai è puntata alle 20.45, per spingere l’Aquila a volare alto. Ma la vera verità è che la Dea non guarda in faccia nessuno, e forse è proprio questa la sua ricetta vincente. In un mondo- non solo quello sportivo- dove tutti invidiano l’erba del campo più verde e sperano che i nemici affondino per guadagnare metri a scrocco, l’Atalanta fa l’egoista e pensa per sé. Lo sa bene che un gol in meno al Bologna e uno in più all’Olimpico le avrebbe fruttato un capitale nella Capitale, + 4 sulla Juve, ma incolpa solo sé stessa, incassa, volta pagina, migliora e dà uno schiaffo a Mihajlovic che invece se la prende ancora con l’arbitro. Intorno a lei si parla di bilanci, di fondi, di Superlega, ma la Dea con quei capelli al vento pensa solo a bilanciare l’area piccola tra gol fatti e subìti, ad affondare il nemico col 4-2-3-1 o col 3-4-1-2, a dettare il prezzo per i Super Muriel e Malinovskyi. Fa parlare il campo, fa sognare piccole realtà, fa sperare ancora i romantici. Senza bisogno di proclami. Alla mezzanotte dei comunicati, a Bergamo, si dorme già da un pezzo. Questa mattina tutti con la testa al Sassuolo.
     
    CHE MURI E CHE MURIEL- Nella serata più calda di aprile, Ruslan e ‘Lucho’ freddano Skorupski abbattendo una a una le torri di Bologna: in due passaggi, fanno fuori sette avversari oltre al portiere, lo schema perfetto che fa bene agli occhi degli amanti del calcio. Muriel non guarda eppur vede Malinovskyi sbucare alla sua sinistra, tempera il tacchetto e in un millisecondo calcola la traiettoria e la calibra alla potenza del tiro. Che classe, che duetto. Un gol e un assist a testa, oltre al palo ancora ammaccato. L’ucraino è a quota 6 caramelle e 4 centri nelle ultime 6, il raggiante colombiano è a 19 reti e 8 assist, record personale in A, e ha addosso gli occhi di tutte. Chiedono di lui da Cali, quasi scordandosi del conterraneo nerazzurro, fino a Milano, perché l’Inter ci spera ancora. I dribbling e le magie di Ronaldo il Fenomeno sembrano risorgere da un lontano passato, il Milan si morde le mani perché nel gennaio 2019 non ha saputo cogliere l’attimo, la capolista ci pensa quando ormai è troppo tardi. Un tempo forse sarebbe partita un’asta, il talento di turno con la valigia sul nastro della piazza più ricca, più ambita, più ‘europea’. Ma cosa spingerebbe oggi Muriel a lasciare Bergamo? Una squadra che vince giocando spesso peggio della Dea? Che non gli permetterebbe la continuità delle sue magie, rovinate da giudizi e pressioni? Forse preferisce una città a sua misura, dove ha trovato per la prima volta costanza, progetti, continui miglioramenti di squadra: da quarta a terza, ora seconda e, un domani, mai dire mai…chissà se all’Inter oltre che a un titolare non le strapperà pure il titolo.
     
    SECONDA PORTATA-
    Il secondo posto è a portata, Pessina dixit, basta fare l’en plein fino allo scontro al vertice del 23 maggio, in casa contro il Milan. L’Atalanta ha tutte le carte in regola per migliorare ancora il ranking e riscuotere qualche milioncino in più: l’umore del gruppo è alle stelle – vedasi gli scherzi continui tra docce e spogliatoi- la tenuta fisica è al Top- ‘stanno tutti bene’, dopo 3 mesi, Hateboer incluso- tra moduli e rinforzi Gasp ha l’imbarazzo della scelta- ieri 5 diversi goleador- la testa è al secondo gradino del podio, più che alla finale di Coppa Italia. Perché ragiona da grande la Dea, pensa al lungo periodo, ma l’accostamento con le Big-che da 7 giorni si chiamano ‘Vip’- si ferma qui. La Superlega e il Superl’ego’ non fanno per l’Atalanta.

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