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  • Atalantamania: la Dea primeggia senza inganni, e che Lammers!

    Atalantamania: la Dea primeggia senza inganni, e che Lammers!

    • Marina Belotti
    Certo che, vedere Lazio-Inter, non è proprio un bello spot per il calcio italiano. Patric e Vidal si saranno fatti più male a buttarsi a terra che per i ‘colpi’ ricevuti, e a fine partita la conta dei gol è la stessa degli espulsi. Menomale che gioca l’Atalanta, e non solo perché le reti che gonfia- già tredici in tre gare!- sono di un altro spessore, ma perché gioca per divertirsi e divertire, senza piagnistei, manate e simulazioni. A Bergamo c’è il trionfo del gioco palla a terra, dei dribbling da far girare la testa, dei cross pennellati, delle incursioni in profondità, dei ribaltamenti di fronte. Questa Dea non ha bisogno di altro per vincere, e lo dice la sua manita, la sua panchina infinita, il suo capitano che è come il vino. Lo dice un tridente che, anche sul 5-2, non riesce a stare fermo. Figurarsi sedersi al ‘tavolino’ delle vittorie. 
     
    IN FUGA- All’Atalanta non piace vantarsi, parlare o sentirsi elevata al rango di ‘Big da Scudetto’. Come ogni Bergamasca, e mister Gasperini incarna al meglio questo mood orobico, ha fatto suo il motto “silenzio, testa china e lavorare”. Si è guadagnata sul campo il posto da capolista, maglia rosa in fuga, con un bel +8 di differenza reti a farle da scudo. Perché se la prima vittoria col Torino era fin troppo scontata, la seconda fuori casa con la Lazio capitata nel momento giusto, sconfiggere la ‘bestia nera’ Cagliari in casa è la conferma della consapevolezza e della costanza di una grande squadra. Non fate arrabbiare il Papu Gomez perché, tutte e quattro le perle, sono arrivate sempre dopo un suo errore o un gol avversario. E che dire di Luis Muriel, che ride persino quando sbaglia a due passi dal portiere, perché quest’anno sa che non gli ricapiterà una seconda volta. Alla fine, in mezzo a loro, Duvan Zapata sembra quasi il ‘peggiore’ in campo: perché la rete arriva solo alla terza partita e al 42esimo minuto, perché fa il lavoro sporco per i compagni tenendo impegnati i centrali e presentandosi meno in porta. E che dire di Mario Pasalic, che proprio non ce la fa a stare lontano dall’area piccola per sostituirsi a Freuler e de Roon, ma deve per forza crossare e firmare la rete per non perdere ritmo e posto nel tridente più invidiato. Che adesso, sold out, straripa e scoppia.
     
    CHE LAMMERS DI GOL- Ma i bergamaschi, devo aggiungere, si affezionano subito. Così, tra i tifosi in sella alle 200 Vespe e cinquantini che hanno scortato a colpi di clacson e sbandieramenti i due pullman dell’Atalanta al Gewiss Stadium per la prima in casa- e che casa-ce ne erano un paio con il numero 7 stampato sulla schiena e un cognome che già risuona benissimo. ‘Lammers’, il Van Basten orobico, da 12 giorni a Bergamo e già contagiato dalla febbre del gol. Non fa a tempo a entrare che ubriaca Lykogiannis e di suola scaraventa in porta nell’angolino opposto. E ci riprova ancora e ancora, fino al 93’, strappandosi i capelli per la mancata sestina. L’incantesimo è fatto, è già un ‘Atalento’, pronto a sbocciare tra i fili del burattinaio Gasp. E a migliorare, perché no, il suo record personale di 17 gol, messo a segno 4 anni fa al Psv Eindhoven in Jupiler League. Deve fare in fretta, perché a gareggiare per ‘miglior goleador nerazzurro di stagione’ tra poco ci sarà anche Josip Ilicic e Aleksey Miranchuk. Al record delle 100 reti ne mancano ancora 87, ma il campionato è lungo e la sosta, forse, arriva in un momento sbagliato. Ma ultimamente è sempre un momento sbagliato per fermare questa Dea che poi, ogni volta che riparte, non si sa come ma è sempre più forte, precisa e arrabbiata di prima. Liverpool e Ajax( che ha appena perso contro il Groningen!) sono avvisate.

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