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  • Atalantamania: la difesa è in difetto, ma l’attacco è da Scudetto!

    Atalantamania: la difesa è in difetto, ma l’attacco è da Scudetto!

    • Marina Belotti
    Gara da calcio champagne dell’Atalanta, con tanto di ‘gomiti alzati’ e molti falli nell’1 contro 1. La difesa ha perso pezzi, il centrocampo si è sollevato spostandosi in attacco, ma non è merito della Dea e del suo attacco stellare, bensì del terreno dell’Olimpico, che ha perso zolle ovunque, col rischio di tanti, troppi, infortuni. Così non va, Sirigu prende la rete anche se non c’è ‘campo’ e al Toro comincia a mancare il terreno sotto i piedi. Che piedi invece, quelli nerazzurri, che hanno ricominciato là dove si erano fermati: il Gallo canta da solo, ma il pollaio orobico è pieno zeppo di galline che smaniano di dare il buongiorno e una bella svegliata agli avversari.
     
    ATTACCO…- Lo so, non bisogna accostare la parola Scudetto all’Atalanta, però, almeno per quell’attacco che insegue ancora i 100 gol in Serie A, consentitemelo. In area di rigore mancavano giocatori del peso di Aleksey Miranchuk e Josip Ilicic, eppure nessuno se ne è accorto. ‘Go-go, Atalanta go’ si dice, e non è un caso visto che a farla andare dal 1’ è proprio la coppia Gosens-Gomez, che sconvolge gli equilibri nell’arena. Robin Gosens controlla la sfera, bene, nonostante viaggi sempre a una certa velocità, la dirotta al suo capitano, e l’argentino fa lo stesso con lui. Che feeling quei continui 1-2, lo schema si ripete: Gomez per Gosens o Gosens per Gomez e poi, d’improvviso, la palla piomba sulla fascia opposta, lì dove Muriel o Zapata possono arrivare.
     
    DA SCUDETTO…- Il 91 colombiano sa farsi spazio con la sua fisicità e crea cross pericolosi, contribuendo a rendere per la seconda gara consecutiva del Toro il portiere Sirigu tra i migliori in campo. Ma è il 9 colombiano che incanta con quel suo destro letale, con cui impenna al volo le sfere senza guardare nemmeno la porta. Un talento naturale che, senza un inciampo e qualche brutto controllo, poteva addirittura fruttare un tris senza passare dalla panca. Ma poi ci sono loro, quelli che al fischio d’inizio sono lontani dalla rete, ma che poi ne sono follemente attratti: Toloi, che sale e sale per tutto il tempo rischiando il gol, de Roon, che al volo e di piatto calcia sul secondo palo, Hateboer, che spegne le polemiche intuendo il cambio di traiettoria e insaccando di passaggio. Il gol del Papu, dai 25 metri, è pura poesia, e arriva con la grinta e la rabbia giusta. Quelle di chi, solo 120’’ prima, si era fatto bagnare il naso da Rincon per l’1-0. Un piccolo neo, che si allarga in ‘voglia’ nella difesa. Già, voglia di tornare sul mercato prima che chiuda e sia troppo tardi.
     
    DIFESA IN DIFETTO- Perché l’impressione è che l’Atalanta abbia ricominciato là dove si era fermata anche sul fronte retrovie. Altri due gol presi, altre sbavature difensive evitabili. Altri errori che, contro altre squadre, potevano pesare molto di più. Mattia Caldara soffre fin da subito un Berenguer non certo al top della forma, prende giallo e si fa trovare in controtempo, benché sulla traiettoria, sul raddoppio granata. Belotti scappa e fa quel che vuole, Rafael Toloi è sempre lì, a un cm dalla sfera e a pochi metri da Sportiello, ma non riesce mai a intercettarla in tempo per evitare il patatrac. E poi c’è lui, l’esordiente del 1’ Bosko Sutalo, che purtroppo delude nella lotta a due con Zaza. Non riesce a fermarlo quando si invola verso la traversa, e in generale fatica a contenerlo e a trattenere la sfera. Quando entra Palomino, seppur reduce da alti e bassi di prestazione come detto da Gasp, è tutta un’altra storia. Certo, mancavano gli squalificati Romero e Djismiti, ma è anche vero che ci sono ancora 9 giorni prima che il mercato chiuda e c’è un certo Izzo che cerca casa (per 20 milioni). Perché se la difesa riuscisse finalmente a diventare un reparto ‘da Champions’, con questo centrocampo e attacco da Scudetto…no, mi fermo qui. Tanto la media è facile per tutti da calcolare, e la matematica non è un’opinione.  
     

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