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  • Ausilio: 'Spalletti il tesoro dell'Inter. Vidal? No, sarà un mercato sostenibile'

    Ausilio: 'Spalletti il tesoro dell'Inter. Vidal? No, sarà un mercato sostenibile'

    Intervistato da TuttoSport, il direttore sportivo dell'Inter, Piero Ausilio, parla di Luciano Spalletti e del prossimo mercato di gennaio, spiegando come la società nerazzurra provvederà ad avviare solo operazioni economicamente sostenibili. 

    SU SPALLETTI - «Sembra qui da tanti anni, si è integrato alla perfezione non solo con il mondo Inter, ma anche con la città. Si è subito trovato bene, si sente a suo agio e ha dato un contributo importante per migliorare alcuni aspetti della vita quotidiana ad Appiano. E’ attento alla cura del particolare: per esempio lui è un intenditore di terreni, sa come coltivarli e per questo sta attentissimo al taglio dell’erba e a come devono essere segnati i campi prima degli allenamenti. Inoltre ha insistito molto sull’aspetto della nutrizione, tant’è che da venti giorni abbiamo inserito nello staff un dietista che quotidianamente si raffronta con gli chef e lo staff medico. La storia parla per lui: Spalletti ha sempre fatto bene utilizzando più sistemi di gioco. Sta dando una mentalità precisa ai giocatori, vuole dominare l’avversario, ma non perde di vista l’organizzazione, i principi di gioco e le qualità degli avversari, perché non si può avere lo stesso atteggiamento con la Roma e con il Napoli. Luciano non è un integralista, pensa che si possa arrivare al risultato in modi diversi. Ha conquistato i giocatori con il suo credo: tutti corrono e lavorano per gli altri. La squadra è compatta, corta e ha la sua “cazzimma. Spalletti è il comandante di questa truppa. Ricordate quanto successo a Brunico col tifoso che se l’era presa con Ranocchia? Lui l’ha messo subito in riga, lanciando un messaggio a tutti: questi sono i miei ragazzi e io mi metto davanti a loro. Non troverete un’intervista in cui non difenda qualcuno dei suoi giocatori: per lui sono veramente i migliori al mondo, tant’è che non vuole assolutamente che venga venduto nessuno a gennaio. Con Mourinho trovo delle similitudini sulla voglia di alzare sempre l’asticella, di comunicare a tutti, squadra, società e tifosi, di fare sempre qualcosa di più, di tenere al massimo il livello di attenzione. L’obiettivo è quotidiano, si guarda al giorno dopo, al massimo alla prossima partita, mai troppo avanti. Il rinnovo? Con Spalletti abbiamo concordato due anni puliti, senza clausole. Stiamo bene insieme e quando si sta così, l’ultimo dei problemi è capire per quanto tempo bisogna continuare. Consideriamo Spalletti un vero tesoro, fondamentale per il presente e per i progetti futuri dell’Inter». 

    Rinnovi - «Stiamo lavorando con Handanovic, penso che presto chiuderemo. Miranda? Ha il contratto fino al 2019, non c’è fretta». 

    IL RAPPORTO CON SABATINI - «A differenza di quanto pensino in molti, siamo amici e ci stimiamo da tempo. Ci siamo trovati un po’ per caso, ma lavoriamo facilmente insieme. Abbiamo trovato un equilibrio e la cosa bella è che abbiamo una visione simile del calcio: su dieci giocatori che piacciono a me, nove piacciono pure a lui e viceversa. Quando gli ho fatto i nomi di Skriniar e Dalbert, mi ha detto di prenderli subito. Ci completiamo e la sua esperienza mi arricchisce: quest’estate ho visto più lui di mia moglie e da fumatore passivo sono diventato uno da due-tre sigarette dopo cena...». 

    LO SCORSO MERCATO ESTIVO -  «Qualcuno dice che abbiamo la coperta corta, ma abbiamo una sola competizione da giocare fino a gennaio. Spalletti voleva venti giocatori più tre portieri, dice che chi c’è gli basta e avanza. Se lui è tranquillo, io mi fido. Abbiamo preso tre giocatori dal campionato che stanno rendendo molto bene, per i tre arrivati dall’estero sappiamo che ci vuole tempo: Karamoh è giovane, Cancelo ha avuto un infortunio che l’ha tenuto fuori per 45 giorni e Dalbert, per il quale penso a un percorso simile a quello di Emerson Palmieri, sta trovando davanti un Nagatomo mai così forte. Su Skriniar c’è stato un profondo lavoro di scouting. Non abbiamo mai pensato a lui come alternativa: per noi Skriniar era fin da subito il titolare da affiancare a Miranda. Borja Valero è stata la prima richiesta di Spalletti e adesso, dopo qualche sorriso estivo, mi sembra che in molti si stiano ricredendo. Come Pirlo alla Juve? Per età ed esborso minimo è un paragone che ci sta. Borja Valero è quel giocatore che è sempre presente quando un compagno ha bisogno di una mano. Infine Vecino: ammetto che la clausola da 24 milioni ci ha agevolato, perché dopo le cessioni di Bernardeschi e Borja, penso che la Fiorentina non lo avrebbe mai venduto. Spalletti lo sta aiutando a crescere, se a Firenze era un buon giocatore, all’Inter diventerà un top player». 


    Clausola Icardi - «Non abbiamo paura di perdere Icardi (la cui clausola è fissata a 110 milioni, ndr): noi stiamo bene con lui e lui con noi. Se Icardi volesse andare via o noi lo volessimo cedere, l’entità della clausola, anche fosse 150 milioni, non cambierebbe molto la situazione. Il destino di Icardi è l’Inter, ne sono sicuro». 

    Ramires - «Ramires come giocatore non si discute, ma spetta alla proprietà e non al direttore sportivo dell’Inter valutare cosa sia meglio per gli obiettivi dei rispettivi club. E comunque abbiamo già cinque centrocampisti molto forti». 

    ACQUISTI DI GENNAIO E CAPITOLO VIDAL - «Voglio essere chiaro, perché non è giusto illudere i tifosi. Noi a gennaio non possiamo fare operazioni in entrata che non siano sostenute economicamente da pari operazioni in uscita: abbiamo già presentato alla Uefa una fotografia dei nostri conti per il ’17-18 e, se dovessimo cambiare qualcosa, dovremmo modificare tutti i piani. Non possiamo andare sul mercato e spendere 30-40 milioni: questo vale per tutti, non solo per Vidal». 

    Torino  - «Mihajlovic è un amico, ha giocato e allenato qui (da vice di Mancini, ndr). In squadra poi ha tanti ex come Obi, Burdisso, Ansaldi e Ljajic. Il Torino è un’ottima squadra, con giovani interessanti, forza fisica a centrocampo e tanta qualità davanti. Quelle col Toro sono per noi sfide storicamente difficili, e poi si sono ripresi proprio nella settimana sbagliata...». 

     CAIRO, OSSO DURO SUL MERCATO - «E’ molto tosto. Ansaldi, per dire, era già chiuso, ma ci siamo messi a discutere per i bonus, perché sia che fossero di 50 euro o 50mila, il presidente era deciso a non mollare nulla. Anche quando abbiamo preso D’Ambrosio a sei mesi dalla scadenza, per Cairo era come se avesse ancora cinque anni di contratto». 

    RAPPORTI CON LA JUVENTUS - «C’è stima con Marotta e Paratici, con Fabio siamo cresciuti insieme, partendo dai settori giovanili. C’è cordialità a tutti i livelli, anche in Lega e nell’Eca. 

    RAPPORTI CON IL MILAN -  «Buoni rapporti anche con loro…». 

    Si può nominare la parola 'Scudetto'? 
    «No... E’ vietato».

     

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