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  • Beckham: 'Il Milan era una famiglia, rispetto la vecchia proprietà. Oggi ho grande aspettative, torneremo in alto!'

    Beckham: 'Il Milan era una famiglia, rispetto la vecchia proprietà. Oggi ho grande aspettative, torneremo in alto!'

    David Beckham è atterrato a Milano e nella giornata di ieri si è concesso ad una lunga intervista con la Gazzetta dello Sport. Tanti i temi trattati, partendo dall'avventura al Milan, passando per la nazionale e per i progetti futuri.

    Di nuovo a Milano dopo tanto tempo. Che effetto le fa?
    "Ho tanti ricordi così belli del mio periodo qui, un periodo speciale. Il club, i tifosi e la città mi hanno accolto a braccia aperte. Mi è piaciuto giocare per il Milan e vivere in Italia. Mi è mancata Milano, mi è mancata l’Italia".

    Pochi mesi ma un periodo bellissimo, anche se il finale è stato amaro. Che cosa si è portato dentro di quei giorni?

    "Era come stare in famiglia. Eppure il Milan è un club con una storia lunghissima, lo percepisci ogni volta che vai a Milanello o giochi a San Siro. Ho amato la gente, il cibo, gli amici che mi sono fatto...".

    Sta ancora seguendo il club in questa nuova era, senza Berlusconi, Galliani e tutto il resto?
    "Certo, seguo tutti i miei vecchi club. Anche se rispetto moltissimo la vecchia dirigenza, devo dire che c’è molta eccitazione e grandi aspettative per quello che i nuovi proprietari stanno facendo. Spero il Milan possa tornare a lottare per i traguardi ai quali era abituato".


    Cosa sa del calcio italiano ora?
    "La Serie A è ancora uno dei campionati più competitivi e appassionanti. Le squadre hanno avuto meno successi all’estero negli ultimi tempi, ma sembra che i grandi club stiano tornando al top e possano ricominciare a inseguire obiettivi di prestigio".

    Ha un giocatore preferito?
    "No, ma mi piace vedere i ragazzi di talento che si sfidano ai livelli più alti".

    Le fa piacere che i suoi figli giochino a calcio?
    "Finché sono contenti va bene, la loro felicità è la cosa più importante per me, e finché potrò li sosterrò nelle loro scelte".

    E’ soddisfatto di quello che ha fatto nel calcio o ha rimpianti?
    "Non ho rimpianti. Ho giocato per il club che amavo dall’infanzia, il Manchester United, ho vinto tutto quello che si poteva vincere. Ho giocato per alcune delle squadre più importanti del mondo e ho sperimentato culture differenti. Ho rappresentato il mio paese più di cento volte e l’ho fatto da capitano per la metà delle volte. Sono soddisfatto, ho avuto una bella carriera".

    Ha mai pensato di allenare?
    "No, è un ruolo che non mi ha mai interessato".

    Star del calcio, sex symbol, modello, stilista, attore, naturalmente padre e marito. Dimentichiamo qualcosa?
    "La cosa più importante della mia vita è sempre stata la famiglia, sono fortunato che il successo nella carriera di calciatore mi abbia permesso di sperimentare altre cose. I miei affari stanno andando molto bene, sono incredibilmente fiero del mio lavoro con l’Unicef e non vedo l’ora di rivelare i miei piani per Miami. Ma non è ancora il momento".

    E’ a Milano per aprire uno store dell’Adidas. Che cosa è la moda per lei
    "
    La moda è qualcosa che mi riesce naturale e che mi piace fare. I lavori ai quali collaboro riflettono la mia concezione della moda e il mio stile. Sono grato ai designer che ho conosciuto nel corso degli anni, e dai quali ho imparato tanto".

    C’era una volta un metrosexual... Quali sono le tendenze adesso e come le interpreta?
    "La moda si evolve. Gli uomini si occupano del loro look molto più di prima, ma il mio stile riflette quello che sono ora e forse non mi prendo più i rischi che mi prendevo da giovane".

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