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  • Benevento-Lazio, Foggia: 'Tare il migliore. Inzaghi? Simone non me lo aspettavo così. Sarà una partita tosta'

    Benevento-Lazio, Foggia: 'Tare il migliore. Inzaghi? Simone non me lo aspettavo così. Sarà una partita tosta'

    In attesa del fischio d'inizio di Benevento-Lazio, il ds dei campani, Pasquale Foggia, ex calciatore biancoceleste, è stato intervistato da Il Corriere dello Sport. Ecco come si è espresso sulla sua ex squadra, su Tare, Inzaghi e il match di stasera: "La Lazio è un pezzo del mio cuore. Ogni volta che la guardo in tv, che torno a Roma o mi capita di varcare il cancello di Formello, è come tornare a casa. Sarà emozionante. Da Simone e Igli, passando dal presidente Lotito, da tante persone che ci lavorano o che sono ancora in campo e hanno giocato con me. Sono quelle partite che fai fatica a dimenticare".

    Dovrà fare attenzione la Lazio. Il Benevento corre...

    "Per forza. Se ci togliamo anche quello diventerebbe dura. Mi aspetto una partita tosta, difficile. La Lazio è forte, può piazzarsi tra le prime quattro, dovrà reagire dopo il ko con il Verona. Noi siamo in un buon momento, ci sono delle armi da sfruttare".

    Tare è considerato il miglior ds della Serie A? Concorda?

    "E’ stato mio compagno di squadra e poi mio direttore oltre che grande amico. Ha iniziato il percorso in un momento non semplice per la Lazio e negli anni ha dimostrato grande competenza in campo e nella gestione extraspogliatoio. Ha costruito la sua creatura insieme alla società e Simone. E’ il migliore in assoluto. Non lo dico per il grandissimo rapporto che abbiamo fuori dal lavoro. Si frequentano anche le nostre famiglie".

    Simone Inzaghi così bravo in panchina se lo aspettava?

    "Onestamente no, non credevo diventasse allenatore. Con Simone c’è stato sempre rapporto. Eravamo io, lui, Igli, Siviglia. Facevamo gruppo. Quando smise e Lotito gli diede gli Allievi mi rompeva le scatole: 'Vieni al Gentili a vedere i miei allenamenti'. Una volta, tornando verso casa, decido di fermarmi. Arrivo al campo e lo sento urlare come un ossesso. Gli chiedo subito: 'Da dove ti è uscita questa forza?'. Con noi rideva e scherzava in ogni momento. Quello che sta facendo è sotto gli occhi di tutti. Mi piace perché abbina l’aspetto del campo alla gestione, le sue squadre hanno un’identità precisa. E’ fondamentale per un tecnico che ambisce a traguardi e piazze importanti".

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