Calciomercato.com

  • Beneventomania: indietro tutta

    Beneventomania: indietro tutta

    • Massimiliano Mogavero
    Il Benevento si è fermato alle intenzioni. Aveva preparato il derby con il Napoli con la voglia di provare a conquistare per la prima volta nella sua storia almeno un punto contro gli azzurri, ma il campo ha finito per castigare auspici e ambizioni della formazione giallorossa. Che in realtà ha fatto poco o niente per scrivere un finale diverso a un romanzo senza suspense. Così come era accaduto con la Roma, anche con il Napoli l'undici sannita ha scelto la strada della compattezza e della difesa a oltranza, ma rispetto alla settimana precedente due differenze sono sembrate subito evidenti: innanzitutto, lo spirito tanto ammirato contro la formazione di Fonseca è improvvisamente evaporato, ma a lasciare perplessi più di ogni altra cosa è stato soprattutto il fatto di aver visto al 'Maradona' un Benevento rinunciatario oltre il lecito. Perché va bene la compattezza, va bene l'applicazione tattica e l'attenzione difensiva, ma se rinunci a priori a creare la minima apprensione all'avversario, finisci inevitabilmente per agevolargli il compito. 

    Contro un Napoli in difficoltà come quello visto nei tempi recenti serviva invece tutt'altro atteggiamento, a partire dalla riaggressione immediata, situazione di gioco che gli azzurri hanno sempre sofferto particolarmente. Invece, il Benevento ha preferito concedere il campo agli uomini di Gattuso, opporre i muscoli senza mai scoprire le carte e, di conseguenza, senza mai trovare un'occasione per creare pericoli per la porta difesa da Meret. La domanda sorge spontanea: la cautela è stata figlia di un centrocampo in difetto d'ispirazione o era studiata? In ogni caso, le responsabilità dello staff tecnico sono evidenti. Nel primo, bisognerebbe chiamare in causa la decisione di costruire una mediana esclusivamente muscolare, con Viola confinato sulla trequarti senza mai avere la possibilità di incidere; nel secondo, si tratterebbe di una scelta strategica infelice e soprattutto di un messaggio sbagliato lanciato alla squadra. Lo stesso che viene lanciato quando Inzaghi continua a ribadire che per salvarsi servirà un miracolo. Si chiama mettere le mani avanti. A tal proposito, una cosa va ribadita: il vero miracolo sarebbe retrocedere in Serie B dopo aver chiuso il girone d'andata con 22 punti e aver avuto un vantaggio di dieci lunghezze sul terzultimo posto a 15 giornate dalla fine. 

    Altre Notizie