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    Berardi illumina il Sassuolo: lezione alla presunzione dell'Inter. E il digiuno di Lautaro fa riflettere

    Berardi illumina il Sassuolo: lezione alla presunzione dell'Inter. E il digiuno di Lautaro fa riflettere

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Né allungo, né fuga. L’Inter, che era l’unica squadra a punteggio pieno dopo cinque partite vinte, perde 2-1 in casa contro il Sassuolo e si ritrova con gli stessi 15 punti del Milan che aveva umiliato nel derby. Un autentico suicidio, perché Dumfries aveva portato in vantaggio i nerazzurri alla fine del primo tempo, ma alla fine un verdetto giustissimo perché il Sassuolo, illuminato dalle magie di Berardi, ha il grande merito di creare più occasioni da gol, dimostrando che il 4-2 rifilato alla Juventus sabato scorso non era affatto casuale. Come non è casuale questo successo contro l’Inter che aveva subito soltanto un gol (di Leao) in cinque giornate e stavolta ne incassa due in un colpo solo che potevano essere anche di più. Perché è vero che Sommer è responsabile per il pareggio di Bajrami, ma è altrettanto vero che prima e dopo nega altri gol allo scatenato Sassuolo. Una lezione alla presunzione dell’Inter che pensava di infilare un altro successo, ma anche l’ennesima dimostrazione che tutti i discorsi sul calendario non hanno alcun senso, perché si può meritare di stravincere contro il Milan e meritare di perdere contro il Sassuolo. Con l’unica certezza che dopo sei giornate tutto può ancora succedere, nella lunga volata per la seconda stella delle due milanesi e per lo scudetto di tutte le altre concorrenti, a cominciare dalla Juventus e dal Napoli che si sono riavvicinati alla ex capolista solitaria. E con un dato che fa riflettere, perché il capocannoniere Lautaro, decisivo con la rete dell’1-1 a San Sebastian, non ha più segnato nelle ultime tre gare di campionato. Una coincidenza che fa pensare a una legittima stanchezza, ancora più preoccupante visto che Arnautovic rimarrà fermo a lungo.

    TROPPA FRENESIA - Inzaghi ripresenta l’Inter con gli undici titolarissimi e l’intesa tra i “vecchi” e l’unico nuovo acquisto Thuram, a parte il portiere Sommer, sembra il primo requisito per giocare con grande sicurezza. Proprio l’attaccante francese, già perfettamente inserito al fianco del capitano Lautaro, è il primo infatti a sfiorare il gol dopo una discesa travolgente sulla destra. E’ il segnale che fa ben sperare i tifosi nerazzurri, ma la spinta di Barella al centro, le incursioni di Dimarco a sinistra e il grande movimento di Lautaro, che si butta su tutti i palloni, non bastano per trovare il varco giusto. Tanta velocità frutta pericoli in continuazione, paradossalmente però senza un tiro nello specchio della porta. La colpa è della troppa frenesia dell’Inter, frenata proprio dalla grande voglia di segnare, ma non bisogna sottovalutare il merito del Sassuolo che chiude tutti gli spazi, soprattutto con i due centrali Erlic e Viti bravissimi ad anticipare Lautaro e Thuram.

    SASSUOLO PERICOLOSO - Per nulla disposta a piegarsi alla superiorità tecnica e agonistica dell’Inter, la squadra di Dionisi è abilissima a sfruttare gli spazi concessi dai nerazzurri e così Darmian è costretto a fermare pericolosamente in scivolata l’ex nerazzurro Pinamonti, in maniera regolare però come conferma il Var dopo qualche attimo di attesa. Non si tratta di un pericolo isolato perché Sommer deve intervenire due volte per deviare altrettante conclusioni di Tojan e Bajrami. E’ la prova che il Sassuolo apparentemente soffre, ma in realtà punge più dell’Inter.

    DUMFRIES COLPISCE - L’Inter si avvicina all’intervallo senza gol, ma improvvisamente al primo vero tiro nello specchio della porta trova l’1-0. Dopo la conclusione vincente di Dimarco a Empoli, stavolta è l’altro esterno, Dumfries, a firmare dalla destra la rete del vantaggio con un gran sinistro imparabile per Consigli. Subito dopo, però, ci vuole ancora un grande intervento di Sommer per negare il gol a Bajrami, bravo a raccogliere un azzardato passaggio arretrato di Calhanoglu.

    MAGIA BERARDI - Trovato il vantaggio, malgrado i troppi rischi, l’Inter non riesce a capitalizzarlo perché il Sassuolo riparte all’inizio della ripresa con la voglia matta di pareggiare. E non ci mette tanto la squadra di Dionisi, perché Berardi con un’altra magia libera Bajrami, bravissimo a far partire un diagonale dalla destra che supera Sommer, stavolta colpevole, sul suo palo. Il Sassuolo non si accontenta e soprattutto non si accontenta Berardi, che dopo aver smarcato due volte i compagni decide di far tutto da solo e con uno spunto da campione fa partire un gran sinistro da fuori area che si infila nell’angolo opposto dove stavolta Sommer non può far nulla.

    RIVOLUZIONE INZAGHI - Colpita duramente, ma anche giustamente, perché Bastoni e Dimarco non dovevano concedere tanta libertà a Berardi, l’Inter accusa il colpo e allora Inzaghi fa addirittura quattro cambi per gli ultimi 20’ abbondanti. E’ un’autentica rivoluzione che riguarda tutti i reparti, perché De Vrij rileva Bastoni nel terzetto difensivo con lo spostamento di Acerbi a sinistra, davanti al quale c’è Carlos Augusto e non più Dimarco, mentre Frattesi sostituisce Mkhitaryan in mezzo al campo, con Sanchez in attacco al posto di Thuram. E’ una rivoluzione che fa rima con confusione perché l’Inter si getta disordinatamente, e nervosamente, all’attacco senza creare autentiche occasioni da gol e anzi concedendo altri spazi al Sassuolo, tanto è vero che Sommer nega la rete del 3-1 a Laurienté, alzando la sua conclusione sopra la traversa. Ci sarebbero ancora 6 lunghissimi minuti di recupero, ma l’Inter non recupera niente e perde meritatamente, per la gioia del Milan, della Juventus e del Napoli.

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