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  • Bernabé illumina Parma: centrocampo e promozione sono in piedi sicuri

    Bernabé illumina Parma: centrocampo e promozione sono in piedi sicuri

    • Claudio D'Amato
    Il curriculum di Adrian Bernabé è una garanzia. Chi è cresciuto tra Barcellona e City può avere solo piedi buoni e un'enorme dose di talento, quello che il gioiello spagnolo ha messo ormai da tempo al servizio del Parma. Tecnica e continuità stanno guidando i ducali verso il ritorno in Serie A, impreziosendo una stagione da regina del campionato anche grazie al 22enne spagnolo (autore di 7 gol e 5 assist in 31 partite). In Emilia stanno ancora dicendo grazie ai Citizens, che nel 2021 hanno scelto di non rinnovargli il contratto consentendo di piazzare un colpo da novanta.

    MARESCA 'CUPIDO' - Pupillo di Guardiola, a far incrociare i destini di Bernabé e del Parma è stato Enzo Maresca: l'ex centrocampista, oggi al timone del Leicester, fu scelto dal club di Krause per guidare la squadra appena retrocessa in B. Maresca, che conosceva bene il valore di Adrian per averlo visto all'opera nell'Under 23 del City, rappresenta il 'Cupido' della liaison tra l'iberico e i gialloblù, blindata dal rinnovo fino al 2027 siglato la scorsa estate.

    LA PROFEZIA - "Sento che Parma è casa mia - ha detto Bernabé ad AS dopo la firma - Sento la responsabilità di portare la squadra dove merita. In Serie A. Ho deciso di rinnovare per provarci in questa stagione. Già quest'anno ci siamo andati vicini. Sono ottimista e credo che possiamo raggiungere l'obiettivo". Profezia che sta per avverarsi, perché classifica e rendimento della squadra di Pecchia sono sotto agli occhi di tutti. E di questo gruppo l'ex City è uno dei leader tecnici se non il leader tecnico, dotato di un mancino delizioso che nel triennio vissuto fin qui in Emilia (e iniziato col brivido per l'operazione al cuore, brillantemente superata) ha regalato più d'una perla.

    TUTTOCAMPISTA - Mediano, trequartista: Pecchia sta sfruttando le qualità del suo numero 10 sia nella zona più calda del centrocampo che tra le linee, facendo leva sul DNA del ragazzo offensivo maturato tra Masia e City. Bernabé sa impostare, ha visione, vede la porta e recupera palloni: ecco perché, metro più metro meno, la sua presenza risulta imprescindibile.

    RUOLO, NUMERO 10 E FEELING CON PARMA - Dopo essere stato eletto calciatore del mese, a dicembre, Bernabé a Sky aveva raccontato: "Mi piace il numero 10, fin da quando sono piccolo. Tanti calciatori come Messi, Ronaldinho, Ozil, la indossavano e io che mi sento un trequartista o una mezzala, sempre li guardavo per migliorare e adattare il mio gioco. Vero, è un numero che mi piace, ed è una responsabilità perché tanti campioni hanno indossato quel numero a Parma, ma mi piace avere quella responsabilità, mi piace avere quel numero e mi piace avere quella pressione, mi fa rendere di più quando ce l’ho".

    "Messi, il più grande della storia, lo fissavo quando mi portava mio papà allo stadio a Barcellona. C'era ancora Ronaldinho, era incredibile anche lui. Poi quando sono cresciuto, vedevo le partite del Real Madrid per Ozil, mi piaceva tanto anche dopo, quando è andato all’Arsenal. Anche David Silva, sono tanti. Mi è piaciuto il calcio fin da piccolo, e ho sempre guardato quei calciatori che potevano assomigliare a me per migliorare il mio modo di stare in campo".

    "Da quando sono arrivato a Parma, mi sono sentito accolto da città, tifosi e compagni. Il primo anno è stato difficile, l’anno scorso abbiamo cominciato così così ma abbiamo finito molto bene. E quando ho saputo che Pecchia era ancora qua e che il club ha cercato di trattenere tutti i giovani, ho cercato di provare perché sento che questo è l’anno buono".
    Bernabé ci ha visto lungo.

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