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  • Juve, Buffon: 'Mai parlato di scudetto'

    Juve, Buffon: 'Mai parlato di scudetto'

    Il portiere della Juventus e della Nazionale, Gigi Buffon ha parlato oggi in esclusiva ai microfoni di Sky Sport24.
     

    Su quello che è accaduto a Cassano:
    "Provo un grande dispiacere per quello che gli è accaduto, ma è un grande piacere sapere che nel giro di 4, 5, 6 mesi, quelli che saranno, potrà tornare a fare il mestiere, la cosa che più gli piace e che penso sappia fare anche meglio. Per cui, un grandissimo in bocca al lupo, ci siamo sentiti telefonicamente e l’ho trovato su di morale. Questa credo sia la cosa principale".

    Cassano, il ko di Giuseppe Rossi. Non inizia nel migliore dei modi il progetto europeo per l’Italia. 

    "Sicuramente non è il viatico migliore. Non sono i segnali positivi che ci aspettavamo per arrivare a questa manifestazione nel migliore dei modi. Però sappiamo che c’è tempo per poter recuperare questi due elementi ed è la cosa più importante. Anche io, prima di vincere il mondiale del 2006, sono stato fuori sei mesi per la lussazione della spalla. Per cui, l’importante è che facciano fruttare questo tempo nel modo migliore, cioè mantenendo sempre una buona forma fisica e riposandosi mentalmente, in modo da poter essere ancora più carichi e avere ancora più energie a livello emotivo quando ci sarà l’Europeo e mantenendo sempre una grandissima voglia di esserci e di esserci da protagonisti".

    In merito alla Juventus, avresti immaginato una partenza così forte quest’anno? 

    "E’ stata una buona partenza, questo senza dubbio. Ma, come ho detto tantissime altre volte, anche nelle ultime due annate nelle quali poi siamo arrivati settimi, abbiamo avuto delle partenze a razzo, che sembravano beneauguranti. Poi, invece, abbiamo visto tutti che fine abbiamo fatto e come si siano conclusi quei campionati. Per questo, credo che dobbiamo restare ben saldi a terra. La cosa che mi fa arrabbiare è il fatto che in settimana, dopo la vittoria con l’Inter, si sia vociferato sul fatto che io abbia detto che siamo da scudetto. Ecco, a 33 anni e con l’esperienza che penso di aver accumulato, più che altro perché dico ciò che penso e penso ciò che dico, un errore così non lo commetterei mai. E non è falsa modestia. E’ perché realmente penso che noi possiamo toglierci delle soddisfazioni, ma questo significa essere competitivi, che è molto differente dal vincere lo scudetto".

    Con lo stato d’animo dell’anno scorso, avresti fatto di tutto per giocarla la partita con l’Inter?

    "Diciamo che sono situazioni completamente diverse. Quest’anno l’annata è nata sotto un altro profilo, con altri auspici, con altri propositi. Anche il fatto che sia riuscito a cominciare la preparazione con tutta la squadra e che non abbia mai saltato un allenamento per nessun tipo di acciacco, ha fatto sì che mi sentissi parte integrante di un gruppo e di questo progetto che reputo ambizioso. Penso anche che giocatori del mio calibro debbano e abbiano questa grande voglia, non di sentirsi indispensabili, perché non lo è nessuno, ma di sentirsi importanti al di là della prestazione che possono fornire sul campo. Quindi importanti per quel che riguarda la loro presenza in gruppo, in campo e negli spogliatoi".

    Nedved ha detto che vorrebbe vedere i giocatori finire la carriera in piedi, non in panchina o in tribuna. Tu che ne pensi?

    "Penso che sia stato un parere di un campione che sicuramente ha finito in piedi la sua carriera e che è dispiaciuto nel vedere un giocatore delle qualità di Alessandro Del Piero che trova spazio con il contagocce. Ma credo che questa sia una situazione momentanea, nel senso che la stagione è fatta di undici mesi ben tirati e, soprattutto, un campionato dà la possibilità a ognuno di noi di ritagliarsi uno spazio importante e credo che questo alla fine se lo ritaglierà anche lui".

    Napoli-Juve vale lo scudetto?
    "Rispondo in maniera molto tranquilla, sincera e diretta: alla decima giornata di campionato, giocarsi lo scudetto mi sembrerebbe una follia perché realmente non potrebbe essere mai una gara che vale così tanto. E’ una gara importante perché ci possono essere dietro tanti risvolti. Possono cambiare tante cose dal punto di vista della fiducia, della convinzione, dell’autostima per l’una e per l’altra squadra. Ma non è sicuramente una sfida scudetto".

    Da una parte la “juventinità”, dall’altra il peso specifico di Ibrahimovic e il talento dei tanti campioni del Milan. Da che parte pesa la bilancia?

    "Sicuramente, il Milan lo reputo favorito e avanti, ma non a noi, rispetto a tutte le altre squadre del campionato italiano. Già l’anno scorso aveva qualcosa in più. Quest’anno, secondo me, con una campagna acquisti mirata, seppur poco dispendiosa, si è rafforzato ulteriormente. Quello che non trovavo giusto erano tutte le critiche che venivano addossate alla squadra di Allegri fino a venti giorni fa, quando si ritrovava in una situazione di grandissima difficoltà, proprio per una mancanza di uomini. Avevano avuto un esubero di infortuni e, alla fine, per venti, trenta giorni hanno dovuto giocare più o meno sempre gli stessi e questo, in qualsiasi squadra, sarebbe stato un problema. Per cui, avevo la consapevolezza e la certezza che il Milan, una volta ritrovati a livello numerico quei cinque, sei giocatori, sarebbe tornato fuori, perché i valori poi emergono. E così è stato".


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