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  • Buffon:|'Non mi perdono l'errore'

    Buffon:|'Non mi perdono l'errore'

    Gigi Buffon ha imparato a dormirci sopra, anche se a intermittenza, male insomma, ma non a depennare il rimorso per una «papera»: «Non mi perdono questo errore», diceva ieri agli amici. Fino a qualche anno fa, dopo le rarissime boiate, prima dell’alba non riusciva a chiudere occhio. «La vita è fatta di piccole solitudini, quella del portiere di più», ripeteva Fabien Barthez, l’ex numero uno di Francia che ora insegna l’arte ai giovani.

    Se non altro, Buffon è un po’ meno solo. Nello spogliatoio juventino, l’hanno stretto i compagni, l’ha abbracciato Conte, che pure era nero per il pareggio. Gigi è entrato e ha chiesto scusa alla squadra, e nessuno ha fiatato. L’hanno difeso i tifosi, spedendogli centinaia di messaggi. Idem la Juve, che sul profilo facebook ha incollato di buon mattino un videoclip con un vasto campionario dei suoi voli vincenti. Glossa: ricordatevi bene chi è il nostro numero uno. Non lo dimenticano gli altri bianconeri: «Gli errori capitano ha detto Claudio Marchisio e poi lui ci ha salvato un sacco di altre volte». Tra i fedeli c’è anche chi ha fatto l’inventario delle prodezze stagionali: il rigore parato a Totti, all’Olimpico, decisivo, i voli contro l’Udinese, in casa, e la rapidità sul gol di Muntari, a modo suo, gioco di prestigio pure quello. Tutta roba che non si cancella con uno stop sbagliato, per disattenzione o leggerezza. Come pure la storia, rimane lì, sugli almanacchi e nei cuori della gente che subito dopo il misfatto ne invocava il nome dalla curva: «Gigi è quello che nel 2006, da campione del mondo, non se ne andò via, pur avendo molte offerte», si ricorda sui forum juventini. Fedele alla tribù.


    Liscio, gassato o Ferrarelle, magari ha solo sbagliato tempo e luogo dello spot: dove fa sì il portiere, ma di condominio e albergo, consegnando raccomandate, minacciando di forare palloni, dirigendo lo smistamento dei bagagli. «Quando vede una porta lui si esalta, ma ogni tanto esagera». Finché la bella Alena Seredova gli lancia l’acqua prodigiosa, come la successiva parata. L’altra sera era troppo lontana, in tribuna. Potrà rifarsi a Trieste: «Non vedo l’ora che sia domenica». Nonostante la tristezza gli fosse addosso anche al risveglio, dopo che sotto le stelle quasi si sarebbe messo a piangere per la rabbia e la delusione. Brutto colpo per uno che sogna lo scudetto, e la rivincita, da quando accettò di scendere in serie B. Per carità, molto ben retribuito, ma anche al Milan, per il quale avrebbe solo dovuto mettere una firma, non l’avrebbero assunto al minimo salariale.

    «Sicuramente Gigi non è felice - racconta Silvano Martina, ex portiere e suo procuratore - anzi è triste per l’errore. E il primo a essere arrabbiato e dispiaciuto è proprio lui. Però è forte di carattere e si riprenderà subito». Già contro il Cagliari: «Sono convinto che tornerà a sfoderare le sue consuete parate». La fenomenologia del numero uno, Martina la conosce a memoria: «Oggi è colpa tua, domenica fai un paratone, la squadra vince e si cancella tutto». All’incasso della carriera, tra errori e miracoli non c’è gara: «I tifosi di Juve e Nazionale devono solo ringraziarlo - continua Martina - per quello che ha fatto in questi anni. E anche nell’attuale campionato, Gigi stava disputando una grande stagione, che non può essere cancellata dall’episodio di mercoledì. Nel calcio, così come nella vita di tutti i giorni, un errore può capitare». Lo sapeva bene pure Lev Yashin, la leggenda dei numeri uno: «Se non sei tormentato dopo aver fatto un errore, non sei un grande portiere. In quel momento, non importa quello che hai fatto in passato, perché sembra non avere futuro». Che invece, nello sport, può ripassare: domenica sera, a Trieste.


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