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  • Cagliarimania: ancora in A... nonostante tutto

    Cagliarimania: ancora in A... nonostante tutto

    Non è stato semplice ma alla fine anche quest’anno il Cagliari ha raggiunto la salvezza. Con la vittoria sul Parma, a tre giornate dal termine del campionato, i rossoblù si sono guadagnati la permanenza nella massima seria per l’undicesimo anno consecutivo.  Un traguardo al quale si è arrivati nonostante mille difficoltà e ostacoli. La prima, è quasi scontato affermarlo, è quella di aver giocato in uno stadio che ha più l’aspetto di un cantiere che di un campo di calcio per la serie A. Nel giugno scorso una ventata di ottimismo aveva pervaso l’ambiente: con la nuova convenzione tra Comune e società si prospettava una risoluzione, almeno temporanea, del problema, con la promessa di portare la capienza del Sant’Elia a sedicimila posti entro qualche mese. E’ trascorso quasi un anno e la situazione è sotto gli occhi di tutti. Sicuramente è stato un handicap per i calciatori giocare di fronte a pochi spettatori (una media di cinquemila), nonostante quelli presenti siano stati encomiabili nel sostenere la squadra sino all’ultimo.  

    Altra difficoltà: la serie di infortuni che ha penalizzato il rendimento della squadra; in particolare Ekdal e Ibarbo, due pedine fondamentali, hanno saltato numerose partite a causa di guai fisici. Senza contare poi gli acciacchi vari di Pinilla, Nenè, Sau, Vecino e Adryan. Arriviamo poi al capitolo Nainggolan: è indubbio che la sua cessione a gennaio abbia privato la squadra di un giocatore fondamentale per la sua dinamicità e la sua capacità di distruggere la manovra avversaria  e contemporaneamente creare gioco a vantaggio della propria squadra. Non a caso oggi è titolare inamovibile nella Roma, seconda forza del campionato.

    Sempre a gennaio c’è stato l’esonero annunciato e poi rientrato di Diego Lopez, con l’allontanamento del suo vice Ivo Pulga. Un episodio che di certo non ha contribuito alla serenità nell’ambiente. Nello stesso periodo Cellino, stanco delle disavventure e dei problemi che la gestione del Cagliari gli ha creato in ventidue anni di presidenza, ha cercato nuovi stimoli nel calcio inglese, acquistando il Leeds, squadra militante in seconda divisione. Il nuovo amore del presidente (paragonato ad una Ferrari, rispetto alla Cinquecento guidata sino ad ora) ha creato dissapori con buona parte della tifoseria e qualche incomprensione con i giocatori (capitan Conti si è detto orgoglioso di essere alla guida da tanti anni di una ‘utilitaria’ come il Cagliari).

    Infine, a poche settimane dalla fine del campionato, è arrivato l’esonero di Lopez, con il ritorno di Pulga in panchina. Altro episodio in puro stile Cellino, che è riuscito però a dare una scossa alla squadra: con Pulga sono stati ottenuti un pareggio e due vittorie, sette punti fondamentali per la salvezza. Ma contemporaneamente, nelle ultime settimane altre polemiche hanno minato la serenità dello spogliatoio: la messa in discussione due giocatori simbolo come Conti e Cossu. Quanto siano amati i due giocatori è stato sottolineato domenica scorsa dalla curva, che, contrariamente alla proprie abitudini, ha dedicato cori a Conti (‘C’è solo un capitano’) e Cossu (‘Andrea uno di noi’). Non siamo d’accordo con il presidente quando afferma che la salvezza è stata conquistata per demeriti altrui. Alla luce di tutte queste difficoltà i meriti ci sono eccome: della società, della squadra, dello staff tecnico e dei tifosi.

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