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  • Cagni e l'exploit delle toscane: 'Italiano sa costruire le partite, modello Empoli consolidato. A Pisa valori rari'

    Cagni e l'exploit delle toscane: 'Italiano sa costruire le partite, modello Empoli consolidato. A Pisa valori rari'

    Il Corriere Fiorentino propone un'intervista all'ex allenatore Gigi Cagni, un importante passato nell'Empoli, che ha fatto esordire Vincenzo Italiano in Serie A da calciatore nel 1997: Cagni parla delle tre realtà toscane, Fiorentina, Empoli e Pisa.

    FIORENTINA - ​"Italiano? Incide nella capacità di leggere le partite e poi costruirle. I giocatori interpretano al meglio le sue idee. Quest’estate sono venuto al Franchi per commentare l’amichevole contro l’Espanyol: già lì si intuiva che era riuscito a dare un’impronta alla squadra, nonostante la allenasse da pochissimo. L’ho sempre seguito come d’abitudine coi miei ex giocatori. Già da quando guidava il Trapani si capiva che avrebbe fatto bene. E lo ha confermato allo Spezia".

    EMPOLI - "A Napoli? Mi ha stupito il risultato, non come la squadra gioca. Ma per il club, al di là della classifica, è la normalità: il presidente Corsi ha impostato una precisa metodologia di lavoro 15-20 anni fa, adatta al suo contesto. La società era già moderna allora: passi mai più lunghi delle gambe, settore giovanile curato bene, attività di scouting condotta con organizzazione e intelligenza da professionisti di primissimo livello. L’Empoli ha la capacità di individuare allenatori adatti alla concezione di calcio che lo caratterizza, sia sotto l’aspetto tecnico, sia sotto quello gestionale, a prescindere che siano giovani o più esperti. Prima di sceglierli, li segue per tempo. E dà loro la possibilità di lavorare senza pressioni, questa è una grande fortuna. Io stesso lo posso riconoscere per esperienza diretta. Se la squadra retrocede, si pensa subito a come ricostruirla con un organico di qualità. È possibile che sopraggiunga nel corso del campionato un momento meno felice, ma all’Empoli ci sono abituati, di certo non caricherebbero di pressioni l’allenatore per questo".

    PISA - "Quella sì che è una sorpresa per me. Lo conosco meno rispetto a Fiorentina e Empoli, ma l’ho visto di recente nella gara contro il Brescia, la squadra della mia città: ha giocato meglio e ha meritato di vincere. D’Angelo è riuscito a dargli compattezza e soprattutto un’identità. La B comunque è un campionato logorante e molto particolare, che abitualmente si decide nelle ultime 7-8 giornate. D'Angelo longevo in panchina? Si vede che a Pisa ci sono dei valori che, al contrario, altrove non si ritrovano. O almeno non più. È la conseguenza di una mentalità sbagliata di chi è a capo delle società. I presidenti spesso vogliono mettere bocca su tutto. E poi occorre sottolineare il basso numero di dirigenti davvero all’altezza".

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