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  • Inter: Guarin senza Europa se ne va

    Inter: Guarin senza Europa se ne va

    • Andrea Distaso

    Passino gli errori arbitrali continui, la sequenza interminabile di infortuni (qualcuno dovrà fornire una spiegazione accettabile per questo) e persino le recenti discutili scelte di Andrea Stramaccioni. Il precipitare della situazione in casa Inter mette nuovamente sulla graticola l'allenatore romano, mai così a rischio come in questo momento. Ma a balzare all'occhio in questo periodo è il rendimento decisamente sottotono di alcuni elementi della rosa nerazzurra: tra questi c'è un irriconoscibile Fredy Guarin (26).

    Il trequartista colombiano è da un mese almeno la copia sbiadita del giocatore che aveva trascinato la squadra col suo agonismo e la capacità di inserirsi tra le linee avversarie nella prima metà di campionato. Oltre agli infortuni che hanno decimato il reparto d'attacco e stanno togliendo ora a Stramaccioni anche importanti pedine in mediana, questa Inter  dipende molto dal rendimento di un giocatore come Guarin, arrivato nel gennaio 2011 dal Porto per 15 milioni di euro e valutato oggi almeno 20. Il contratto con scadenza 2016 e l'età relativamente giovane dovrebbero spingerci a pensare a un futuro tinto di nerazzurro per il sudamericano, ma un'Inter fuori dall'Europa potrebbe spingere il giocatore a guardarsi attorno.

    Soprattutto in Inghilterra Guarin ha mercato, col Tottenham del suo mentore Villas Boas che lo accoglierebbe a braccia aperte. Proprio la presenza del tecnico che lo ha fatto esplodere nell'anno del Triplete lusitano (campionato, Coppa di Portogallo ed Europa League) con la maglia del Porto potrebbe essere la chiave di volta per facilitare la trattativa. Anche perchè un'Inter senza gli entroiti provenienti dalle competizioni europee e in grande difficoltà sul piano economico (la ricerca di partner commerciali da parte di Moratti va interpretata in tal senso) sarà costretta a operare dei nuovi tagli al termine di questa stagione. E Fredy Guarin potrebbe essere uno dei sacrificati sull'altare del fair play finanziario.

     

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