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  • Calcioscommesse: la mossa di Conte

    Calcioscommesse: la mossa di Conte

    Dopo l’Inghilterra, Cremona. C’è un’altra «partita» all’orizzonte del c.t. Antonio Conte e non è quella di giugno contro la Croazia: il tecnico della Nazionale nelle prossime settimane (entro aprile) sarà sentito dal procuratore Roberto di Martino, titolare dell’inchiesta sul calcioscommesse. La richiesta è stata fatta dagli avvocati della Federcalcio: fa parte di una strategia tesa a evitare in extremis il rinvio a giudizio per frode sportiva del c.t. indagato per Novara-Siena 2-2 e AlbinoLeffe-Siena 1-0 del 2011. Nei giorni scorsi i legali (Arata e Galavotti) hanno depositato un memoriale proprio per tentare di rispondere giuridicamente alle contestazioni mosse dal pm nella chiusa inchiesta (coinvolti più di 60 tra giocatori, dirigenti ed ex atleti) d’inizio febbraio. Una mossa non isolata e seguita dal prossimo interrogatorio. Conte si troverà faccia a faccia con di Martino e potrà rispondere alle domande del magistrato, spiegando perché si ritiene estraneo alla presunta combine. 

    NIENTE REATO PENALE - La tesi difensiva è spiegata nel memoriale: l’eventuale (e da dimostrare) colpa di Conte non è prefigurabile come reato penale, ma semmai è un’omessa denuncia già scontata in sede sportiva con la squalifica di 4 mesi dell’allora allenatore della Juve. Le accuse del pm si basano sulle dichiarazioni del pentito Carobbio («il mister ci disse nella riunione tecnica prima di Novara-Siena che c’era un accordo per il pari») e su quelle del portiere Coppola per AlbinoLeffe-Siena («Conte, preso atto dell’accordo con gli avversari, lasciò a noi la decisione»). Sul primo passaggio gli avvocati di Conte fanno notare che nessun giocatore del Siena ha confermato le parole di Carobbio, anzi sono piovute una serie di smentite e il tecnico è stato assolto dalla giustizia sportiva per l’accusa di omessa denuncia. Condanna, invece, arrivata per la sfida di Bergamo dove l’accordo è stato confermato pure da alcuni giocatori dell’AlbinoLeffe. La frase di Coppola (potrebbe parzialmente ritrattare in questi giorni) rafforza l’accusa, ma i legali della Figc, se non riuscissero a scardinare la contestazione, punterebbero sul fatto che il c.t. non avrebbe preso parte alla combine, ma semmai l’avrebbe subita. L’unica «colpa» sarebbe stata quella di non denunciare il tutto alla giustizia sportiva, un comportamento pagato con la squalifica del 2012. Il prossimo interrogatorio servirà a mettere sul tavolo le carte. Il rinvio a giudizio del c.t. resta probabile, ma la «partita» resta aperta e come tutte le partite sono possibili gol all’ultimo minuto. 

    DONI E GLI ALTRI - Conte non sarà l’unico ad andare a Cremona nei prossimi giorni. C’è molto movimento tra gli indagati e sono tanti quelli che hanno chiesto di essere sentiti: tra gli altri Ariatti, Ventola, Fontana, Bombardini. Cristiano Doni, invece, è stato convocato dal pm di Martino dopo la richiesta formale degli avvocati di Stefano Colantuono e del d.s. Zamagna. Dovrà spiegare le frasi scritte nella chat con Santoni su Crotone-Atalanta: lasciavano intendere una presunta combine e tiravano in ballo Colantuono e Zamagna. Doni andrà in Procura prima di Conte, probabilmente dopo Pasqua. Entro aprile scadranno i termini per presentare le istanze al pm: sono numerose le richieste di patteggiamento. Anche Beppe Signori potrebbe scegliere questa strada. Le richieste di rinvio a giudizio sono attese a maggio. 

    di Francesco Ceniti - La Gazzetta dello Sport
     


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